Iraq, 14 anni dopo

Iraq, 14 anni dopo

Oggi 14 anni fa, nella notte tra il 19 e il 20 marzo 2003, aveva inizio l’attacco militare all’Iraq di Saddam Hussein da parte di una coalizione di paesi guidata dagli Stati Uniti di George Bush affiancati dal Regno Unito di Tony Blair.

Il giorno precedente, il 18 marzo, l’allora Leader della Camera dei Comuni (Ministro per i rapporti con il parlamento), il compianto Robin Cook, lasciava il Governo Blair in dissenso con l’imminente operazione in Iraq. Prendendo la parola alla Camera dei Comuni, con un discorso destinato a esser ricordato a lungo, Cook annunciò le proprie dimissioni perché non poteva sostenere “una guerra priva di accordo internazionale o di sostegno interno”. Secondo l’ex Ministro, lo spazio per la diplomazia non era affatto esaurito, vi erano altre opzioni disponibili prima di ricorrere alla guerra e inoltre la cura degli interessi britannici avrebbe trovato maggior successo privilegiando un approccio multilaterale.

Cook disse: “[…] alla Gran Bretagna è stato chiesto di imbarcarsi in una guerra che non gode del consenso degli organismi internazionali di cui siamo uno dei principali partner: NATO, Unione Europea e Consiglio di Sicurezza. […] I nostri interessi sono protetti meglio non da un’azione unilaterale, ma da accordi multilaterali e da un ordine mondiale governato da regole”.

Anche Marco Pannella si adoperò per convincere i leader angloamericani, Bush e Blair, a capo della “Coalizione dei volenterosi” schierata in Iraq, a non accelerare lo scoppio della guerra. Lo fece richiamando in tutte le sedi possibili la loro attenzione verso gli sforzi che si stavano faticosamente compiendo, sia nel mondo occidentale che in quello arabo-musulmano, per rimuovere Saddam Hussein attraverso l’esilio volontario.

Il rapporto pubblicato il 6 luglio 2016 dall’Inchiesta Chilcot (sulle circostanze in cui il Regno Unito decise di unirsi all’azione militare in Iraq) ha ampiamente esposto le gravi responsabilità dei due Capi di Stato e Governo e ha confermato come i pericoli da cui sia Cook che Pannella ci avevano messo in guardia siano divenuti realtà, in particolare una recrudescenza del fenomeno terrorista e un’erosione dello stato di diritto. Pertanto, è fondamentale attuare le tempestive e puntuali raccomandazioni diffuse il 15 marzo 2017 dalla Commissione per la Pubblica Amministrazione e gli Affari Costituzionali della Camera dei Comuni, presieduta dall’On. Bernard Jenkins, che scrive: “il Segretario del Gabinetto dei Ministri non ha a disposizione nessuno strumento formale per opporsi all’eventualità di un Primo ministro che decida di ignorare le regole del processo decisionale come indicato nel Manuale del Gabinetto. Non v’è dubbio alcuno che questa assenza di garanzie non possa persistere”.

La modalità con cui fu decisa l’invasione dell’Iraq e presentata ai cittadini di tutto il mondo ha costituito l’asse portante della lotta condotta da Marco Pannella e dal Partito Radicale per la democrazia e per la promozione di una transizione globale verso lo stato di diritto attraverso il riconoscimento del diritto alla conoscenza. E’ sempre più urgente infatti consolidare le regole che governano l’ordine mondiale secondo i principi dello Stato di Diritto democratico che vogliamo conquistare a partire dalle Nazioni Unite, anche nel segno di quanto costruito con dedizione da uomini come Robin Cook e Marco Pannella.

Matteo Angioli

Guarda il discorso di dimissioni di Robin Cook 

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