Gli interessi del Partito Comunista Cinese in Venezuela? Nell’Arco Minero

Gli interessi del Partito Comunista Cinese in Venezuela? Nell’Arco Minero

Proponiamo una sintesi, raccolta dal sito d’informazione La Patilla, di un intervento di Armando Armas, Presidente della Commissione Esteri dell’Assemblea Nazionale venezuelana sugli interessi cinesi in Venezuela e sulla centralità della conoscenza soprattutto in una crisi come quella del COVID-19

I deputati della Commissione permanente per la Politica Estera, Sovranità e Integrazione dell’Assemblea Nazionale, unico parlamento legittimo della Repubblica del Venezuela, hanno recentemente tenuto una seduta di dibattito su quale postura politica debba tenere il governo ad interim di Juan Guaidò nei confronti della Repubblica Popolare Cinese e del Partito Comunista Cinese, tra i più importanti alleati del regime di Hugo Chavez prima e di Nicolas Maduro ora.

Analizzando quali siano gli interessi cinesi in Venezuela, Armando Armas, presidente della Commissione per la Politica Estera, ha posto l’attenzione sull’intenzione del Partito Comunista Cinese di promuovere, come cardine della sua strategia globale di egemonia, la cosiddetta Belt and Road Initiative; il Venezuela rappresenta un luogo fondamentale all’interno dei piani strategici di sviluppo economico della Cina comunista.

L’interesse del paese asiatico per il Venezuela, spiega il parlamentare democratico venezuelano, non si basa soltanto sulla sua collocazione geopolitica, ma anche sulla sua rilevanza geo-economica, poiché “il Venezuela detiene immense quantità di quelle materie prime fondamentali per la produzione di beni che sono chiave per la costruzione di infrastrutture e asset ad alto contenuto tecnologico”.

Da questo punto di vista, sottolinea Armas, buona parte dell’interesse cinese per il Venezuela deriva dal fatto che Pechino è a conoscenza dell’importanza dei minerali che si trovano nell’Arco Minero (enorme zona che comprende il bacino dell’Orinoco e dell’Amazzonia venezuelana) come ad esempio coltan, cosiddetto “oro azzurro”, minerale di cui il Venezuela detiene la seconda riserva al mondo, e necessario per lo sviluppo della tecnologia impiegata nelle telecomunicazioni; nel territorio della Repubblica sudamericana si trova inoltre la seconda riserva di uranio a livello mondiale, ed è altresì importante riserva di torio.
“Questo minerale è un elemento chimico radioattivo definito come ‘combustibile nucleare pulito’, estratto da ben due giacimenti in Venezuela: il più grande ubicato nel Cerro Impacto (regione amazzonica), l’altro nello stato Cojedes, a El Baùl (nord ovest). A quanto risulta, anche questo minerale è di interesse primario, forse prioritario per il Partito Comunista Cinese”, spiega Armas.

Controllo sociale e censura cinese applicata in Venezuela

Il parlamentare venezuelano ha anche ricordato il supporto fornito dalla Repubblica Popolare Cinese in termini di capacità di controllo e censura della società venezuelana. Armas ha denunciato, infatti, che fu l’impresa cinese ZTE ad assistere il regime di Caracas nella elaborazione e implementazione del cd. “Carnet della Patria” e del il sistema di controllo sociale che questo rende possibile nel suo complesso. Armas ha sottolineato infine la situazione di grave emergenza che il Venezuela attualmente vive, nel mezzo della crisi pandemica del Covid-19. Una crisi in cui il regime ha adottato un modello, mutuato dalla Cina comunista, autoritario di censura e di negazione della verità e della conoscenza pubblica, in contrasto coi modelli dei Paesi democratici, come Germania, Nuova Zelanda, Taiwan, Corea del Sud, che hanno dimostrato come il libero accesso all’informazione e la trasparenza dei poteri politici siano ingredienti fondamentali per strategie di contenimento e contrasto della propagazione della pandemia.

Traduzione: Andrea Merlo

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