Messaggio di Giulio Terzi al 50° anniversario del sacrificio di Jan Palach

Messaggio di Giulio Terzi al 50° anniversario del sacrificio di Jan Palach

La Fondazione Luigi Einaudi su iniziativa del suo Presidente, Avv. Giuseppe Benedetto, vuole ricordare oggi qui a Praga Jan Palach nel cinquantesimo anniversario del suo sacrificio. 

La straordinaria forza ideale del martirio che Jan Palach ha – con immenso coraggio e determinazione – inflitto a sé stesso, dimostra il potere assoluto della non violenza nella lotta per la libertà contro la tirannide; del senso di umanità e di giustizia contro l’azzeramento della dignità umana; del diritto di un popolo a conoscere sempre la verità invece di subire la sistematica menzogna di un sistema corrotto.

Jan Palach, ha scritto Enzo Bettiza in un meraviglioso Libro-Diario su “La primavera di Praga”, “(…) era di religione evangelica e apparteneva a un particolare filone patriottico del protestantesimo hussita. Al pastore evangelico, che ha officiato il requiem evocando nell’orazione finale il martirio di Hus, ho posto una domanda sulla partecipazione così diretta e impegnata della sua Chiesa. La risposta non si è fatta attendere. Quello che abbiamo onorato è una protesta. E’ un sacrificio consumato sull’altare della nazione che resterà luminoso per sempre e non solo per noi. E’ qualcosa di vivo e attivo che Dio non può non accogliere”.

Quella straordinaria forza ideale ha marcato la storia della nostra Europa per cinquant’anni. Nessuno spirito veramente libero l’ha mai, neppure per un momento, dimenticata. La Praga affranta e cupa dove il 25 gennaio 1969 un milione di cecoslovacchi si addensava attorno al feretro di Jan Palach poteva continuare a sperare nella libertà? Intuiva, qualcuno, la profondità delle radici piantate da quel gesto? Immaginavano, anche i più visionari, che la cortina di ferro si sarebbe dissolta grazie soprattutto a una dissidenza consapevole, nonviolenta, ma ugualmente indomita?

Ancora pochi mesi prima del crollo del Muro di Berlino, sembrava dovessero passare altri decenni prima che la Storia rendesse giustizia al Martire di Piazza San Venceslao. Il 18 agosto, 1988 nel ventennale dell’invasione della Cecoslovacchia, Marco Pannella dichiarava “(…) abbiamo manifestato in diverse zone del paese per affermare quei valori di libertà e democrazia che animarono la Primavera di Praga e che per noi non conoscono frontiere di sorta (…) abbiamo voluto dimostrare nella stessa piazza dove di consumò il sacrificio di Jan Palach; non solo per rendere omaggio alla sua memoria ma per far vivere le ragioni che animarono la sua vita e la sua lotta. Insieme a Palach abbiamo voluto ricordare la straordinaria esperienza non violenta di un popolo intero: una delle vicende umane e politiche più ricche e grandi di questo secolo. E’ questa stessa non violenza, questa stessa speranza a portarci oggi nelle piazze e nelle carceri cecoslovacche. La nostra – voglio sottolinearlo – è una lotta per un’Europa unita nel segno della libertà e del diritto”.

Come erano con Marco Pannella in pochi, in quei mesi del 1988, a percepire l’ondata di Libertà che stava per travolgere le dittature comuniste di Europa, sono ancora stati in pochi da alcuni anni a questa parte a cogliere appieno la portata di un generalizzato riflusso della Democrazia Liberale e dello Stato di Diritto, in Europa e nel Mondo.  Il cinquantesimo anniversario del Sacrificio di Jan Palach ha, proprio per questo, una sua attualità straordinaria. 

In onore alla sua Memoria e in riconoscimento del coraggio mostrato da tutti i popoli che hanno sconfitto, esemplarmente attraverso la lotta nonviolenta, la tirannide che li opprimeva, ci sarebbe da chiedersi se non si dovrebbe proporre che il 19 Gennaio, data della morte di Jan Palach, o il 16, quella del suo Martirio, sia proclamata “Giornata Mondiale della Libertà”. Attraversiamo una fase storica nella quale si stanno annebbiando riferimenti, principi fondanti, valori delle Democrazie Liberali. Abbiamo bisogno di conoscere la nostra storia, comprendere appieno il senso dell’identità europea e dei popoli che la compongono, dobbiamo attuare il “Diritto a Conoscere” quale paradigma di Libertà e di responsabilità individuale e collettiva.

La democrazia ha sofferto nel 2017 e 2018 le sue crisi più serie da decenni: garanzie per elezioni eque e libere, diritti delle minoranze, libertà di informazione, stato di diritto sono stati sotto attacco in tutto il mondo. 71 Paesi hanno subito un netto declino nei diritti civili e politici, e 35 dei miglioramenti. Pe il dodicesimo anno consecutivo si è registrato un declino della libertà a livello globale. I Rapporti 2018 di Freedom House tracciano un quadro inquietante sul ruolo che stanno avendo le nuove tecnologie nell’erodere libertà e diritti fondamentali, nel sostenere regimi antidemocratici e autoritari. Per tutto questo la gigantesca figura di Jan Palach deve continuare a ispirarci e a vivere nelle nostre coscienze.

Giulio Terzi di Sant’Agata

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