La deriva della Cambogia verso la dittatura

La deriva della Cambogia verso la dittatura

Lettera al direttore del Phnom Penh Post

Ogni osservatore della Cambogia riconosce che il paese è pericolosamente alla deriva. Le elezioni locali e nazionali sono in programma per giugno 2017 e luglio 2018 e queste elezioni hanno il potenziale per porre fine al potere autocratico che è in vigore da decenni. La paura del cambiamento democratico ha portato chi è al potere ad una sempre più cieca e violenta repressione, che colpisce tutta la società e che rischia di far deragliare il processo elettorale e provocare un’esplosione di rabbia popolare.

Il Partito Popolare Cambogiano (CPP) del primo ministro Hun Sen, al potere da 38 anni, sta mostrando i segni evidenti dell’età. Si deve affrontare la realtà di una popolazione sempre più giovane e informata che è diventata sempre più critica ed esigente, e una sempre più forte opposizione nella forma del CNRP. L’opposizione avrebbe vinto le ultime elezioni legislative nel 2013, se non fosse stato per le manipolazioni del CPP, denunciate da molti osservatori indipendenti.

Tre fattori hanno aumentato i timori del CPP relativi alle prossime elezioni del 2017 e del 2018: il crescente malcontento popolare per corruzione del governo, in particolare la massiccia appropriazione indebita delle terre dei contadini; la dinamica dei partiti dell’opposizione uniti per la prima volta nella storia moderna del paese; e la creazione e il funzionamento efficace di una nuova commissione elettorale nazionale. Questo corpo, più indipendente e credibile rispetto al passato, è più risultato più importante che l’opposizione ha ottenuto fino ad oggi.

Questi tre fattori hanno portato il CPP a cambiare la sua strategia per aggrapparsi al potere: da una tradizionale strategia di intimidazioni elettorale, acquisto di voti e manipolazione elettorale, ora si è spostato su nuova tattica, quella di sopprimere il CNRP, l’unico partito di opposizione rappresentato all’Assemblea nazionale, per evitare la competizione elettorale.

Questo tentativo di soppressione è stato effettuato tramite il legislatore: il CPP ha una piccola maggioranza nell’Assemblea Nazionale, dove ha adottato un emendamento alla legge elettorale per consentire al governo di sciogliere il Partito CNRP in qualsiasi momento sotto pretesti vaghi come “la minaccia alla sicurezza pubblica” o di “l’incitamento alla distruzione dell’unità nazionale”.

Ha inoltre proceduto tramite la magistratura, a condannare alcuni membri di spicco della CNRP a pene detentive che interdicono dall’esercizio di funzioni pubbliche in futuro.

Essendo stato condannato per “diffamazione”, ho dovuto dare le dimissioni da leader del CNRP per evitare lo scioglimento del partito, alla luce della nuova legge.

Il primo ministro Hun Sen e il suo CPP sono in procinto di testare l’opinione internazionale per capire quanto lontano e quanto velocemente possono andare nel loro tentativo di imporre un sistema a partito unico in Cambogia come sotto i Khmer Rossi e durante la guerra fredda.

Questo tentativo e questa deriva totalitaria, in contrasto con gli accordi di pace di Parigi del 1991, sono già stati condannati da organizzazioni per i diritti internazionali come Amnesty International e Human Rights Watch.

Spetta ai governi dei paesi democratici dimostrare al governo di Hun Sen – che ha ancora bisogno di legittimità e di assistenza internazionale – che c’è un limite che non deve essere attraversato, e che la morte di un “sistema di democrazia pluralista “previsto dagli accordi di Parigi, si tradurrebbe in nuovi guai per il popolo cambogiano che soffre da lungo tempo.

Sam Rainsy
Già leader, CNRP
Membro Onorario, GCRL

Leggi la lettera in inglese sul Phnom Penh Post

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