L’appello di Joshua Wong affinché l’Italia si schieri con Hong Kong

L’appello di Joshua Wong affinché l’Italia si schieri con Hong Kong

In occasione della presentazione di un rapporto sulla Cina in Italia pubblicato dalla Fondazione Farefuturo, il segretario di Demosisto, Joshua Wong, ha inviato un messaggio al governo italiano in cui invita Roma a schierarsi al fianco di Hong Kong e contro la nuova legge sulla sicurezza nazionale che Pechino vuole imporre a Hong Kong.

La nuova legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong ucciderà i futuri movimenti democratici poiché tutte le proteste e gli altri appelli alla democrazia nella città saranno bollati come tentativi di sovversione dell’autorità cinese, proprio come fa il governo centrale in Cina.

Per far rispettare la legge, Pechino istituirà in città un nuovo ente di sicurezza nazionale senza precedenti. Questo nuovo organo di polizia segreta sostituirà probabilmente il governo e le forze di polizia di Hong Kong e farà scattare arresti segreti di tutti i dissidenti in città, proprio come quello che hanno fatto ai difensori dei diritti umani e ai dissidenti in Cina, come l’attivista per i diritti umani Liu Xiaobo e il libraio incarcerato Gui Minhai. In altre parole, la nuova legge funge da nuova arma per strappare via tutte le aspirazioni democratiche di Hong Kong.

La nuova legge è la rappresaglia diretta per gli sforzi di lobbying internazionale di Hong Kong nel corso dell’ultimo anno. Sarò probabilmente il primo obiettivo della nuova legge, poiché molti funzionari di Pechino mi hanno criticato per aver partecipato ad audizioni all’estero e aver detto al mondo la verità dell’oppressione autocratica e della brutalità della polizia.

Qualche giorno fa Cctv, la voce del Partito comunista cinese, ha persino definito Nathan Law e me come leader del movimento, nonostante i movimenti di Hong Kong siano notoriamente senza leader. La definizione di “collusione straniera” porterà senza dubbio a procedimenti politici arbitrari, perché la legge sarà ora applicata non dai tribunali locali ma da un organo di polizia segreta di recente istituzione, proprio come in Cina. La Cina è nota per aver arrestato dissidenti o stranieri in nome della sicurezza nazionale o per collusione con lo straniero. La cosiddetta “collusione con lo straniero” è un’altra scusa per spazzar via le forze democratiche.

Ciononostante, gli hongkonghesi non avranno paura di dire la verità e lotteranno per la giustizia, anche di fronte a una legge così draconiana. Non conta se le nostre scelte sono facili o difficili, ma se sono giuste o sbagliate. Continuiamo a lottare anche per una flebile speranza di democrazia sotto gli artigli autoritari della Cina non perché siamo forti, ma perché non abbiamo altra scelta. Continueremo i nostri sforzi di pressione internazionale, la verità e la giustizia non dovrebbero morire nel silenzio.

La nuova legge innescherà nuove ondate di proteste nella città per la stessa ragione che ha portato due milioni di hongkonghesi a manifestare contro la legge sull’estradizione, cioè proteggere le nostre generazioni future. Questa legge è anche peggiore, perché mette in pericolo le stesse libertà della città.

Una volta nel 2003 gli hongkonghesi hanno messo in piedi un’enorme manifestazione per fermare la Legge sulla sicurezza nazionale. Ora, con questa mossa, Pechino sta facendo digerire a forza agli hongkonghesi questa legge più controversa e impopolare, senza alcun passaggio legislativo. Gli hongkonghesi siano pronti a combattere per proteggere le libertà che ci vogliono portar via. Chiedo al mondo di stare ancora una volta dalla parte di Hong Kong.

La Cina sta ora erodendo l’autonomia promessa nella Dichiarazione congiunta sino-britannica, un trattato internazionale giuridicamente vincolante davanti all’Onu. Questo è un momento critico, l’inizio della fine per ogni singolo cittadino di Hong Kong. Come firmatario di questo appello, invito il governo italiano a stare al fianco di Hong Kong e ad assumere una posizione forte contro questa draconiana legge sulla sicurezza nazionale.

Joshua Wong

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