Le aziende che trattano con l’Iran devono interrompere i finanziamenti ai gruppi terroristici

Le aziende che trattano con l’Iran devono interrompere i finanziamenti ai gruppi terroristici

Immaginate un dirigente di una rispettata multinazionale francese o tedesca che partecipa a una conferenza organizzata da funzionari dello Stato Islamico nel 2016 perché controllava pozzi petroliferi del valore di miliardi di euro. Immaginate anche che ci sia un’alta probabilità di essere sorvegliato, valutato in termini di valore per l’intelligence o addirittura reclutato da una delle organizzazioni terroristiche più attive al mondo in questa conferenza.

Penserete che nessun dirigente può correre un simile rischio, no? Eppure, questo è ciò che accade ogni anno in Iran, dove negli ultimi anni orde di uomini d’affari hanno partecipato a conferenze organizzate dagli affiliati della Islamic Revolutionary Guards Corp (IRGC). Oltre a fungere da braccio paramilitare del regime iraniano in patria, l’IRGC è anche il principale collegamento dell’Iran con i suoi delegati terroristi – come Hezbollah – che il regime usa per accrescere la sua influenza globale.

Ci sono segnali, tuttavia, che questo stato di cose sta cambiando. L’Iran Oil Show, una delle conferenze sul gas e petrolio più seguite al mondo, si è aperta in silenzio a Teheran questo mese con uno dei pubblici meno diversificati a livello mondiale. Grazie in gran parte a una maggiore chiarezza sui legami commerciali dell’Iran volti a finanziare organizzazioni terroristiche, tra cui l’IRGC, nella sala espositiva praticamente non c’erano stranieri. L’economia iraniana sempre meno stabile e sempre più isolata ha causato la mancanza di interesse nell’evento di Teheran e dovrebbe sollecitare gli addetti ai lavori a prendere in considerazione un cambiamento di rotta atteso da lungo tempo.

La conferenza, organizzata dalla National Iranian Oil Company (NIOC), “un agente o affiliato” dell’IRGC, è stata un fallimento umiliante. L’anno scorso si erano registrate 600 aziende straniere provenienti da 38 paesi. Un anno dopo, le aziende erano solo 58. La mancanza di partecipazione a questa importante conferenza è un fattore determinante, e il tempismo non potrebbe essere peggiore per Teheran. Le sanzioni globali applicate prima dell’inizio della conferenza hanno avuto un effetto immediato, mettendo ogni acquirente di petrolio iraniano a rischio di sanzioni statunitensi.

Il calo delle presenze riflette un riconoscimento tra le imprese straniere di una semplice verità: non ci sono aziende pulite in Iran e, soprattutto, sono tutte controllate dal regime. Ogni settore dell’economia iraniana è infettato dall’IRGC. Non c’è modo di sfuggire alla sua presa.

L’IRGC controlla parti significative del settore bancario, della logistica e delle catene di approvvigionamento, della produzione e altro ancora attraverso società di copertura progettate per camuffare il proprio ruolo. Queste imprese esistono per finanziare le proprie unità aeree, terrestri e navali dell’IRGC, nonché i paramilitari e la Forza Quds, che opera al di fuori delle frontiere dell’Iran unendosi ad altre organizzazioni terroristiche.

Gli Stati Uniti hanno recentemente sanzionato uno degli organizzatori della conferenza, di nome New Horizons, per “il sostegno all’IRGC-QF” e perché “ospita conferenze internazionali che hanno fornito ai funzionari dei servizi segreti iraniani una piattaforma per reclutare e raccogliere informazioni di intelligence dai partecipanti.”

In altre parole, partecipare ad una conferenza in Iran o in Europa con aziende iraniane, comporta l’alta probabilità di essere avvicinato per essere valutato come possibile spia ed essere addirittura reclutato da una delle due agenzie più spietate del regime iraniano.

New Horizons non fa eccezione. Le conferenze per promuovere il commercio con l’Iran continuano a tenersi con l’aiuto di organizzatori europei. La IMAG GmbH, ad esempio, uno dei principali organizzatori fieristici del mondo e una delle più grandi società fieristiche in Germania, ha contribuito a organizzare svariate conferenze in Iran.

In parole povere, i leader aziendali hanno finalmente capito che fare affari con l’Iran finanzia il terrorismo e che non c’è modo di evitarlo. È per questo che nessuna azienda prestigiosa ha partecipato alla conferenza. È per questo che nessuna corporation globale si è schierata a favore degli strumenti per aggirare le sanzioni creati dall’Unione Europea. Ed è per questo che l’Iran potrebbe presto affrontare una vera e propria crisi finanziaria esistenziale.

Se l’idea di limitarsi a partecipare a una conferenza può sembrare innocua ai responsabili legali, essi non stanno prendendo in considerazione i risvolti profondi e oscuri a cui gli agenti di IRGC e MOIS si abbasseranno. Il messaggio a tutte le aziende deve essere chiaro: non rischiate coinvolgendovi nelle conferenze in Iran, sia nel paese che all’estero.

Mark D. Wallace
Ex Ambasciatore degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite per la gestione e la riforma, amministratore delegato di United Against Nuclear Iran

L’articolo originale in inglese sul sito di Euronews

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