NL 103 – 9/2/2021

NL 103 – 9/2/2021

FOTO DELLA SETTIMANAIstanbul, 5 febbraio 2021: professori e studenti nel campus dell’Università del Bosforo manifestano immobili secondo il “Duran Adam”, voltando le spalle al rettorato, per chiedere autonomia delle università e libertà per gli studenti arrestati

 

Aumentano i firmatari all’appello sugli accordi UE-Cina
La lettera inviata il 12 gennaio dalla coalizione internazionale di 36 diverse organizzazioni ai Presidenti di Parlamento, Commissione e Consiglio europeo per sottolineare gli obblighi assunti in materia di diritti umani in seno all’Unione Europea rispetto all’Accordo Complessivo sugli Investimenti con la Cina sta crescendo. In meno di un mese le organizzazioni sono salite a 49.

L’Iran deve cessare di arricchire l’uranio oltre i limiti consentiti
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha detto che l’Iran deve cessare di arricchire l’uranio oltre i limiti consentiti dall’accordo sul nucleare iraniano in un’intervista televisiva trasmessa domenica 7 febbraio. “Devono smettere di arricchirsi oltre i limiti”, ha ribadito un portavoce, riferendosi all’accordo formalmente noto come Piano d’azione globale congiunto (JCPOA): “La nostra posizione è la stessa. Gli Stati Uniti vogliono che l’Iran ritorni a rispettare i suoi impegni JCPOA e se lo faranno, gli Stati Uniti faranno lo stesso”.

Condannato il diplomatico-terrorista iraniano che scorrazzava per l’Italia
Il 4 febbraio – scrive Gabriele Carrer su Formiche.net – il diplomatico iraniano Assadollah Assadi è stato condannato dal Tribunale di Anversa a 20 anni di carcere (il massimo della pena) con l’accusa di terrorismo in relazione all’attentato (sventato) contro una manifestazione della Resistenza iraniana a Parigi il 30 giugno del 2018 a cui partecipavano diversi esponenti di spicco della politica internazionale, tra cui l’ex sindaco di New York Rudy Giuliani.

Il Ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, intervenendo a dicembre ai Med Dialogues 2020 organizzati dall’Ispi e dalla Farnesina aveva dato la disponibilità di Teheran “allo scambio di prigionieri: lo possiamo fare da domani, lo possiamo fare oggi. Ci sono tanti iraniani detenuti ingiustamente in Europa, negli Usa e in Africa. È nostro interesse che queste persone tornino dalle loro famiglie”. Dichiarazioni il cui tempismo, come aveva spiegato l’Ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata, ex ministro degli Esteri, non è parso affatto casuale.

L’Ambasciatore sottolinea a Formiche.net l’importanza di una sentenza che “dimostra l’esistenza di un ampio network iraniano di terrorismo nei Paesi europei sostenuto dalle ambasciate di Teheran, che non può non essere a conoscere dei vertici del regime”. Secondo Terzi, la sentenza ha due impatti storici: “Il primo è un impatto notevolissimo sulla credibilità del regime nel negoziare questioni di sicurezza con gli europei e gli statunitensi. Il seconda riguarda la vitalità della convenzione di Vienna: questa è una sentenza spartiacque sulle regole che devono sovrintendere l’immunità diplomatica, è un precedente importantissimo per le regole internazionali”.

L’inviato ONU per lo Yemen visita l’Iran per la prima volta
L’Inviato Speciale delle Nazioni Unite per lo Yemen, Martin Griffiths, è in visita in Iran per la prima volta per discutere della crisi dello Yemen. La visita avviene pochi giorni dopo l’annuncio di Washington di voler porre fine al suo sostegno alle operazioni militari a guida saudita in Yemen. Una coalizione guidata dall’Arabia Saudita è intervenuta nella guerra civile in Yemen nel 2015, sostenendo le forze governative che combattono i ribelli Houthi allineati con l’Iran. L’Arabia Saudita e l’Iran competono per l’influenza in tutto il Medio Oriente, dalla Siria all’Iraq e allo Yemen.

“L’inviato speciale delle Nazioni Unite Martin Griffiths è arrivato a Teheran per una visita di due giorni, durante la quale incontrerà il Ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif e altri membri del governo iraniano”, ha detto la TV di stato. La visita rientra nei tentativi diplomatici per sostenere una soluzione politica negoziata del conflitto. La priorità è sostenere l’accordo tra le parti in conflitto su un cessate il fuoco, misure umanitarie urgenti e una ripresa del processo politico.

Esperti ONU scrivono al governo cambogiano del rischio Covid19 nelle carceri
Un gruppo di esperti sui diritti umani delle Nazioni Unite ha indirizzato una comunicazione al governo della Cambogia sottolineando i rischi legati all’esposizione al virus COVID19 nelle carceri del Paese e sulla mancanza di test a disposizione dei detenuti. La lettera è in risposta alle segnalazioni avvenute nel novembre 2020. Nella missiva si legge: “Chiediamo, con urgenza, al Governo di Vostra Eccellenza di dare la priorità ai test COVID-19 obbligatori per tutti i detenuti nelle suddette carceri come misura per controllare qualsiasi potenziale epidemia e garantire che tutto il personale che lavora nelle carceri colpite eserciti il più alto livello di prevenzione e controllo delle infezioni in conformità con le linee guida dell’OMS.”

#Dante700
Così la mente mia, tutta sospesa,
mirava fissa, immobile e attenta,
e sempre di mirar faceasi accesa.

Paradiso, Canto XXXIII

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