L’emergenza COVID-19 sta cambiando il vocabolario e le priorità della politica nazionale e internazionale, termini come “quarantena”, “distanziamento sociale” o “pandemia” fanno ormai parte di un lessico quotidiano. Resta la necessità di familiarizzare con altri termini altrettanto importanti, quali “unità” e “solidarietà”, propri del Consiglio d’Europa e dell’Unione Europea. Mercoledì 15 aprile 2020, il senatore Roberto Rampi e il deputato del Bundestag Frank Schwabe hanno colto questa opportunità in una diretta streaming su Instagram rassicurando i propri followers sulla continuità dei lavori dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE) e del gruppo dei Socialisti, dei Democratici e dei Verdi di cui fanno parte.
Tanti i temi affrontati durante la diretta, dalla gestione della crisi in Germania e in Italia all’urgenza di lavorare insieme per una società post-coronavirus più ecologica ed egualitaria. A tale proposito, si è parlato dei gruppi più vulnerabili quali i rifugiati alle porte dell’Europa – ai quali l’UE deve dimostrare un approccio concreto – e alle vittime della propaganda e della cattiva gestione della pandemia nei Paesi non democratici, quali la Turchia, la Russia e il Kazakistan. Ed è proprio la trasparenza e la tempestività nella comunicazione e nella gestione dell’emergenza sanitaria a cui i Paesi democratici devono attenersi, senza fascinazioni nei confronti del cosiddetto “modello Wuhan”.
Anche i governi delle democrazie illiberali, come la Polonia e l’Ungheria, stanno sfruttando la pandemia per scopi politici e, come sottolineato da Schwabe, sarà compito dei socialisti dimostrare che il fronte progressista può arginare questa situazione. Fondamentale è l’aiuto dell’Unione Europea, che malgrado non abbia competenza in materia sanitaria nei singoli Stati Membri, mette a disposizione un piano di aiuti e strumenti sistematici. Rampi ha ripreso il dibattito sull’emissione degli eurobond che sta dividendo l’opinione pubblica italiana e tedesca sugli aiuti effettivi dell’UE e che mette a dura prova la già difficile convivenza tra i diversi Stati Membri. Questa crisi senza precedenti dovrebbe invece aiutarci a comprendere meglio gli strumenti che l’UE sta impiegando per fronteggiare la crisi in uno spazio politico e territoriale sempre più interconnesso, in cui non basta chiudere le frontiere per evitare il contagio, ha ribadito Schwabe.
È una situazione molto difficile, soprattutto in Lombardia – regione del senatore Rampi – dove sono venute meno le strutture sanitarie e gli strumenti adeguati per testare la positività al virus. L’UE e i Paesi del Consiglio d’Europa devono guardare all’Italia per capire la propagazione del virus e contenere l’epidemia. Una soluzione però c’è secondo il senatore Rampi, ed è già in discussione in Commissione Cultura, Scienza, Istruzione e Media dell’APCE. Si tratta del “diritto alla conoscenza”, un diritto fondamentale che dovrebbe fornire alla cittadinanza e al mondo della politica gli strumenti per comprendere a fondo cosa succede attorno a noi.
L’APCE sta lavorando su questo e altri temi, anche in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per garantire più democrazia e dibattito circa una pandemia che riguarda tutti. Come ha rassicurato il senatore Rampi si lavora anche per quei settori fortemente penalizzati dalla crisi COVID-19, in particolare quello della cultura, per ricostruire un’idea di futuro dopo l’emergenza.
Paola Gaffurini
Advocacy Officer per la Fondazione Open Dialogue
Asia Jane Leigh ha contribuito alla stesura di questo articolo