Presidenziali USA: la proposta di riforma del sistema di giustizia penale dei Democratici

Presidenziali USA: la proposta di riforma del sistema di giustizia penale dei Democratici

L’8 luglio la campagna di Joe Biden per le presidenziali statunitensi del prossimo 3 novembre ha presentato alla stampa un documento contenente le raccomandazioni della task force creata insieme ai sostenitori del senatore Bernie Sanders in vista della Convenzione Nazionale Democratica, in programma a Milwaukee, Wisconsin, dal 17 al 20 agosto. Il documento di 110 pagine è stato presentato al Comitato Nazionale Democratico e sarà rivisto da Biden prima della convenzione. In aggiunta alle proposte sull’estensione della copertura nell’ambito del sistema nazionale sanitario “Medicare for All” e all’impulso verde all’economia, con il “Green New Deal”, i Democratici propongono un’ampia riforma della giustizia penale che abbraccia misure per mettere fine all’incarcerazione di massa, per abbattere la recidiva, per rimuovere gli ostacoli al reinserimento nella società di chi ha scontato la propria condanna e per abolire il sistema delle cauzioni. Le raccomandazioni mirano anche a contrastare il razzismo sistemico e ridurre gli abusi e la violenza nelle forze di polizia. Infine, viene riaffermata la volontà di abolire la pena di morte e di mettere fine alla guerra alla droga, “un fallimento che ha incarcerato milioni di americani”.

Per conoscere più dettagliatamente il tema, abbiamo tradotto in italiano (disponibile scorrendo la pagina) il capitolo del documento della task-force Biden-Sanders dedicato alla riforma della giustizia penale negli Stati Uniti. Per il momento sono proposte in fase di studio e di approfondimento, per cui sono da mettere in conto modifiche. Tuttavia, si scorge chiaramente la volontà politica di restringere di non poco il campo di applicazione del diritto penale, promuovendo un approccio imbastito sul ruolo delle comunità e della responsabilità e libertà individuali. Favorire la prosperità sociale ed economica per milioni di cittadini incastrati nella morsa della povertà, colpiti da leggi e prassi che contribuiscono al perpetuo rinnovamento di ingiustizie e diseguaglianze, passa per l’effettiva fruibilità di diritti umani e civili che, ancora oggi, troppe persone non possono esercitare. Alcune delle riforme indicate, inclusa quella sulla conoscibilità dei dati relativi all’amministrazione della giustizia e alle azioni delle forze dell’ordine, riecheggiano storiche battaglie di Marco Pannella che ha agito non solo nel solco della legalità costituzionale in quanto “libro” della legge, ma anche nell’applicazione di questa in sintonia con i diritti umani fondamentali indivisibili e universalmente riconosciuti dagli Stati Membri delle Nazioni Unite.

Si tratta di un percorso democratico sorretto dalla volontà di comprendere e affrontare i problemi del nostro tempo evitando ghiotte scorciatoie luccicanti indicate da apripista che, di fronte alla prova del tempo, faticano ad ispirare fiducia. Coltivare la libertà, ampliare la base della prosperità, rafforzare lo stato di diritto, superare i trattamenti inumani e degradanti, dentro e fuori dai luoghi di privazione della libertà, costituiscono un polo di attrazione che la grande democrazia americana e l’occidente intero non possono lasciar erodere ulteriormente, soprattutto di fronte a realtà autoritarie sempre più organizzate e incalzanti.

Matteo Angioli

PROTEGGERE LE COMUNITA’ ATTRAVERSO LA RIFORMA DEL SISTEMA DI GIUSTIZIA PENALE
Biden-Sanders unity task force

Il nostro sistema di giustizia penale non è in grado di mantenere le comunità al sicuro e, soprattutto, non è in grado di garantire la giustizia. L’America è la terra della libertà, ma la percentuale di persone dietro le sbarre pro-capite è superiore rispetto a qualsiasi altro luogo nel mondo. Invece di realizzare investimenti mirati in tema di istruzione, occupazione, salute e alloggi che, come dimostrato, mantengono le comunità sicure e prevengono il crimine, il nostro sistema ha criminalizzato la povertà, ha tagliato i servizi pubblici, ha esposto le comunità nere ad un eccessivo controllo delle forze di polizia ed è venuto meno al compito di mettersi al loro servizio. Invece di offrire ai detenuti l’opportunità di dare una svolta alle loro vite, le nostre carceri sono sovraffollate e continuano a rifarsi a metodi inumani di punizione. Invece di trattare coloro che hanno scontato la loro pena come cittadini a tutti gli effetti nel momento in cui si reinseriscono nella società, troppe leggi continuano a punire gli ex detenuti, erigendo barriere per l’accesso all’alloggio, all’occupazione, all’istruzione e al diritto di voto di milioni di americani.

I detenuti soffrono di seri problemi mentali e di disturbi causati dall’abuso di sostanze in percentuali ben maggiori rispetto alla popolazione non reclusa. Eppure, il nostro Paese continua a criminalizzare chi è afflitto da malattie mentali e chi abusa di sostanze, invece di costruire un sistema sanitario equo e accessibile. I neri americani rappresentano il 12% della popolazione degli Stati Uniti d’America, ma al contempo anche il 33% della popolazione carceraria. I latini rappresentano il 16% della popolazione degli Stati Uniti d’America e il 23% della popolazione carceraria. Ciò nonostante, il nostro Paese insiste a trattare le persone di colore in maniera più severa rispetto ai bianchi americani, sia con una sovra-esposizione al controllo delle forze dell’ordine, sia nella fase processuale e nella successiva condanna, anziché investire in comunità sicure, sane e fiorenti. Dobbiamo creare un sistema di giustizia penale fondato su pratiche basate sull’evidenza, non su slogan politici o frasi ad effetto.

Noi Democratici crediamo che sia necessario riformare il sistema di giustizia penale da cima a fondo. La brutalità delle forze di polizia è una macchia nell’anima della nostra nazione. È inaccettabile che milioni di cittadini nel nostro Paese abbiano una buona ragione per temere di perdere la vita durante un controllo stradale di routine o mentre sono fermi all’angolo di una strada o mentre giocano in un parco. È inaccettabile che i genitori neri debbano “fare il discorso” ai loro figli per proteggerli da quegli ufficiali di polizia che hanno giurato di essere al loro servizio. È inaccettabile che più di 1.000 persone, di cui un quarto nere, vengano uccise dalla polizia ogni anno. Noi Democratici riconosciamo che troppo spesso i tagli sistematici ai servizi pubblici hanno lasciato di fatto gli ufficiali di polizia soli, in prima linea nella risposta alle problematiche sociali per le quali non hanno ricevuto adeguata formazione, dai problemi dei senzatetto alle crisi provocate dai disturbi mentali e dalla dipendenza da oppiacei. Possiamo e dobbiamo fare meglio per le nostre comunità.

Noi Democratici sappiamo che possiamo mettere fine ad un’era di incarcerazione di massa e ridurre drasticamente il numero di americani detenuti negli istituti circondariali e di reclusione (jail and prison) riducendo al tempo stesso il tasso di criminalità, che è diminuito in maniera costante rispetto al picco massimo raggiunto quasi tre decadi fa. È giunto il momento di sradicare il razzismo sistematico dal nostro sistema penale e dalla nostra società, e ripensare la sicurezza pubblica a beneficio della nostra gente e in funzione del carattere proprio del nostro Paese.

Dobbiamo partire dalla prevenzione, facendo prima di tutto in modo che le persone non entrino nel sistema di giustizia penale. Noi Democratici crediamo che sia necessario rompere quel legame diretto che unisce la scuola al carcere e che vede minori di colore arrestati direttamente nelle aule scolastiche per comportamenti scorretti che dovrebbero essere gestiti dal preside, e costruire invece una scuola che crei opportunità. Supportiamo la ripubblicazione di linee di orientamento federale da parte del Dipartimento dell’Istruzione e del Dipartimento di Giustizia al fine di prevenire il differente trattamento disciplinare dei minori di colore nelle scuole e nelle strutture educative. Noi Democratici crediamo che ogni scuola debba avere a disposizione fondi sufficienti per poter assumere consulenti, assistenti sociali e psicologici, contribuendo a garantire l’attuazione di pratiche disciplinari adeguate all’età e non basate sulla discriminazione razziale, evitando di ricorrere alla polizia per risolvere questo tipo di questioni.

Un numero crescente di Stati e di tribunali hanno dichiarato che è ingiusto – e ingiustificabile – punire i minori e gli adolescenti nello stesso modo in cui sono puniti gli adulti. Crediamo che chi non ha l’età per bere, non ha nemmeno l’età per essere condannato a vita senza possibilità di libertà condizionale (parole). Il governo federale incentiverà gli Stati a fermare l’incarcerazione dei minori, a sviluppare soluzioni basate sulle comunità, alternative a istituti penitenziari e centri di detenzione minorile, e a investire in programmi dopo scuola, centri comunitari e lavori estivi che possano dare opportunità ai giovani a rischio. Inoltre, noi Democratici crediamo che a quei minori che finiscono nel sistema di giustizia giovanile debba essere garantita una vera e propria seconda possibilità, anche attraverso l’automatico oscuramento e rimozione dei precedenti giovanili.

Occorre garantire l’effettiva responsabilità per quei comportamenti scorretti, sia individuali che sistemici, che si verificano nei dipartimenti di polizia, e dobbiamo evitare che le forze dell’ordine sia coinvolte eccessivamente nella vita quotidiana degli Americani e, quindi, ripensare le attività di polizia in modo che siano effettivamente al servizio del popolo americano garantendone la sicurezza. Di recente, alcuni dipartimenti di polizia hanno adottato riforme innovative basate su dati concreti e volte a cambiare l’approccio investendo in una solida formazione, mettendo in atto – e in maniera ancora più importante – e facendo rispettare rigorosi standard per risolvere e ridurre gli scontri e l’uso della forza. Dobbiamo partire da questi approcci basati sull’evidenza e adottarli a livello nazionale.

Noi Democratici definiremo rigidi standard nazionali che regoleranno l’uso della forza, che permetteranno il ricorso alla forza letale solo quando necessario e come soluzione estrema per neutralizzare una imminente minaccia alla vita. Richiederemo l’immediata applicazione di questi standard a tutte le forze di polizia federali e condizioneremo le sovvenzioni federali alla loro adozione a livello statale e locale. Imporremo una formazione specifica basata su tattiche nonviolente, sull’uso appropriato della forza, sul riconoscimento dei pregiudizi impliciti e sulla cosiddetta peer intervention, sia durante l’accademia sia durante il servizio. Inoltre, vieteremo la profilazione razziale e religiosa nell’applicazione della legge.

È giunto il momento di mettere fine alla “Guerra alle Droga”, un fallimento che ha incarcerato milioni di americani – in maniera sproporzionata cittadini di colore – e che non ha sortito alcun effetto rispetto al consumo di droga. Noi Democratici sosteniamo tutte quelle politiche in grado di reindirizzare l’approccio alla sicurezza pubblica puntando sulla prevenzione e non sulla sovraesposizione o sul controllo delle forze dell’ordine, anche attraverso la realizzazione di investimenti mirati in materia di occupazione, alloggi, istruzione e cultura che rendano la nostra nazione più giusta, più libera e più prospera.

Noi Democratici proponiamo un nuovo approccio delle forze dell’ordine rispetto alle comunità, affinché gli agenti servano al meglio i quartieri nei quali operano. Opteremo per investimenti pertinenti che incentivino i dipartimenti a dare vita a efficaci collaborazioni con assistenti sociali e consulenti specializzati in salute mentale e abuso di sostanze, che li possano aiutare a rispondere ai principali problemi di salute pubblica.

Le telecamere portatili non rappresentano chiaramente una panacea, ma noi Democratici crediamo che possano aiutare a fare passi in avanti in termini di responsabilità e trasparenza; supportiamo il loro continuo utilizzo e adotteremo buone pratiche per proteggere la privacy personale. Riteniamo che le armi da guerra non debbano trovare posto nelle nostre strade, e ancora una volta, limiteremo la vendita e la cessione delle armi militari in eccedenza alle forze di polizia statali, una decisione che è stata ribaltata dal Presidente Trump non appena entrato in carica.

Non possiamo infondere fiducia senza rendere coloro che detengono il potere responsabili per le loro azioni. Noi Democratici rafforzeremo gli accertamenti (pattern-or-practice investigations) condotti sui comportamenti scorretti della polizia presso il Dipartimento di Giustizia, e li potenzieremo attraverso nuovi poteri di comparizione (subpoena) e una supervisione estesa diretta a far fronte ai sistematici abusi dei pubblici ministeri. Troppo spesso la legge ha fatto da scudo a ufficiali di polizia accusati di brutali violazioni dei diritti umani e dei diritti civili. Proponiamo l’abbassamento dello standard di intenzione (intent standard) richiesto come condizione per procedere a livello federale contro quegli agenti di polizia che abbiano commesso una violazione dei diritti civili. Inoltre, agiremo per assicurare che le vittime degli abusi di potere commessi dalle forze di polizia federali, statali e locali possano cercare giustizia attraverso il contenzioso civile limitando la possibilità di ricorrere alla cosiddetta dottrina della “immunità qualificata” (doctrine of qualified immunity) in modo da garantire che la polizia risponda degli atti compiuti.

Il popolo americano ha diritto di accedere ai dati precisi e accurati riguardanti le attività svolte grazie al denaro del contribuente, e tra queste rientrano le attività delle forze dell’ordine. Raccoglieremo e pubblicheremo i dati riguardanti l’uso della forza nei dipartimenti di polizia di tutto il Paese al fine di promuovere trasparenza e responsabilità. Con l’obiettivo di aumentare la trasparenza e migliorare le prassi utilizzate nelle procedure di reclutamento impiegate dalla polizia federale, statale e locale, noi Democratici creeremo un registro nazionale degli ufficiali che hanno abusato del loro potere.

Proponiamo inoltre misure per aumentare la diversità etniche tra i ranghi dei dipartimenti di polizia, in modo che le nostre forze dell’ordine riflettano sempre più le comunità che servono. Cercheremo di aumentare i finanziamenti destinati alla salute e al benessere degli agenti dei dipartimenti di polizia di tutto il Paese, inclusi quelli per l’equipaggiamento destinato alla sicurezza personale e per i servizi di salute mentale.

I disturbi derivanti dall’uso di sostanze sono malattie, non crimini. Noi Democratici riteniamo che nessuno debba essere detenuto solamente perché fa uso di sostanze. Depenalizzeremo l’uso della marijuana e lo derubricheremo attraverso un’azione esecutiva a livello federale. Supporteremo la legislazione in tema di marijuana per uso medico e crediamo che gli stati dovrebbero essere in grado di fare le proprie scelte in merito all’uso ricreativo. Il Dipartimento di Giustizia non dovrebbe avviare investigazioni federali su atti che a livello statale sono considerati legali. Tutte le precedenti condanne per uso di cannabis dovrebbero essere automaticamente rimosse dalla fedina penale. Anziché coinvolgere il sistema di giustizia penale, noi Democratici proponiamo il ricorso ai tribunali per la droga, ad interventi di riduzione del danno e a programmi di trattamento per coloro che lottano contro i disturbi dell’uso di sostanze.

La povertà non è un crimine, e non dovrebbe essere trattata come tale. Noi Democratici supportiamo l’eliminazione dell’uso della cauzione (cash bail) e crediamo che nessuno dovrebbe essere imprigionato solamente per non aver pagato delle multe o delle tasse. Una giustizia equa davanti alla legge non dovrebbe essere subordinata alla disponibilità personale di potersi permettere una rappresentanza legale di qualità, e questo è il il motivo per cui sosteniamo il finanziamento dei difensori d’ufficio.

Le sentenze definitive dovrebbero essere basate su prove in ogni singolo caso, inclusa la gravità del reato e le circostanze specifiche. Noi Democratici sosteniamo che ai giudici dovrebbe essere garantita la possibilità di determinare sentenze appropriate, che è il motivo per cui vogliamo revocare le sentenze minime federali (federal mandatory minimums), ed incentiviamo gli Stati a fare lo stesso e a rendere retroattive tutte le risultanti riduzioni di condanna, in modo da permettere ai giudici di riconsiderare i casi passati sui quali avevano le mani legate. Crediamo sia giunto il momento di mettere fine alla disparità esistente tra le sentenze federali per crack e quelle per cocaina in polvere, una disparità che ha contribuito alla detenzione sproporzionata di persone di colore. Inoltre, noi Democratici continuiamo a sostenere l’abolizione della pena di morte.

I nostri tribunali dovrebbero riflettere il nostro paese. Noi Democratici eleggeremo persone dedite ad assicurare il rispetto della giustizia e a trattare ogni caso nel merito. Nomineremo e confermeremo quei giudici federali con formazioni ed esperienze diverse, anche in qualità di difensori d’ufficio, di avvocati abilitati al gratuito patrocinio e di avvocati dei diritti civili.

Noi Democratici siamo orgogliosi che l’amministrazione Obama-Biden abbia commutato le sentenze di oltre 1.700 persone che stavano scontando pene ingiuste in seguito alla revisione dei loro casi, e sosteniamo il ricorso ai poteri di clemenza del Presidente per poter rilasciare coloro che scontano lunghe sentenze senza giustificazione. Inoltre, proponiamo la creazione di una commissione indipendente di clemenza che garantisca l’esercizio appropriato ed effettivo di tale potere, soprattutto con l’obiettivo di rispondere al razzismo sistemico come ad altre priorità.

Il profitto privato non dovrebbe essere alla base della fornitura di servizi pubblici vitali, e questo vale anche per il sistema di giustizia penale. Noi Democratici sosteniamo che sia necessario mettere fine alle carceri private (private prisons) e ai centri privati di detenzione (private detention centers) e proporremo misure per eliminare la speculazione in materia di programmi alternativi alla detenzione, cauzione, monitoraggio elettronico, mense carcerarie e di programmi di reinserimento e trattamento. Inoltre, crediamo che in troppi istituti penitenziari i detenuti subiscano trattamenti inumani, e lavoreremo per mettere fine a misure come l’isolamento per adulti e giovani. Ai detenuti non dovrebbe essere negato l’accesso all’assistenza medica vitale, né dovrebbero essere esposti a malattie, come è accaduto durante la pandemia COVID-19. Noi Democratici perseguiremo un approccio olistico in tema di riabilitazione, aumentando il sostegno a quei programmi che forniscono opportunità educative come l’ottenimento di un diploma universitario per coloro che si trovano all’interno del sistema di giustizia penale, sia durante la detenzione che al momento del rilascio.

Noi Democratici crediamo nella redenzione. Dobbiamo rinforzare il nostro impegno ad aiutare coloro che hanno scontato la loro pena a reinserirsi nella società, a guadagnarsi da vivere, e a partecipare alla nostra democrazia in qualità di cittadini a tutti gli effetti. Occorre assicurare l’accesso ad alloggi provvisori per i cittadini che si reinseriscono nella società, fornire un maggior accesso ai trattamenti in tema di salute mentale e abuso di sostanze, e fermare la re-incarcerazione per violazioni tecniche della “libertà vigilata” o della libertà condizionale (probation or parole). Noi Democratici sosteniamo gli sforzi a livello federale e statale diretti a eliminare la richiesta dei precedenti penali al momento dell’assunzione e renderemo più semplice per i cittadini che si reinseriscono nella società l’accesso ad opportunità di lavoro attraverso i Job Corps. Gli ex detenuti devono godere pienamente dei diritti civili e devono poter accedere ai servizi pubblici, come i Pell Grants e i servizi di assistenza nutrizionale, come lo sono per tutti i liberi cittadini degli Stati Uniti d’America. Continuare a punire una persona dopo che si è ricongiunta alla propria comunità non è solo crudele, ma anche controproducente.

Politiche

Linee guida sull’uso della forza: creare una valida norma nazionale sull’uso forza, che preveda l’uso letale della forza solo quando necessario e come ultima risorsa, come protezione da un’imminente minaccia alla vita. Emettere un ordine esecutivo che imponga alle forze dell’ordine federali di aderire a queste norme e condizionare la ricezione statale e locale di sovvenzioni federali all’adozione di tali norme.

Divieto di eseguire prese al collo: adottare leggi per vietare tutte le prese che limitano il flusso di sangue o di ossigeno al cervello, incluse la presa al collo e alla carotide. Ritenere l’uso di tale forza una violazione dei diritti civili federali e condizionare l’erogazione dei fondi Byrne JAG al divieto di tale forza.

Profilazione razziale: porre fine alla profilazione razziale della polizia ratificando l’End Racial and Religious Profiling Act (ERRPA), parte del Justice in Policing Act.

Confisca dei beni civili: riformare la confisca di beni civili per limitare le condizioni secondo le quali la proprietà può essere legittimamente sequestrata dal governo.

Risposte da organi diversi dalla polizia: stanziare finanziamenti federali per creare un corpo civile di primi soccorritori disarmati. Assistenti sociali, EMTs (Emergency Medical Technicians) e professionisti della salute mentale, addestrati ed in grado di gestire emergenze non violente, tra cui violazioni del mantenimento dell’ordine, emergenze di salute mentale, conflitti di basso livello al di fuori del sistema giudiziario penale, lasciando gli agenti di polizia liberi di concentrarsi sui crimini più gravi. Finanziare iniziative per associare professionisti della salute mentale, esperti sui disturbi creati dall’assunzione di sostanze, assistenti sociali e professionisti della disabilità con i dipartimenti di polizia, invitando gli agenti di polizia a ridurre al minimo le interazioni con i cittadini e nel caso, a indirizzare le persone verso i servizi sociali di cui hanno bisogno.

Armi da guerra: reintegrare e rafforzare l’ordine esecutivo dell’amministrazione Obama-Biden 13688 per impedire il trasferimento di armi ed esplosivi militari in eccedenza, veicoli non per il trasporto di passeggeri, droni corazzati o armati e aerei da combattimento alle agenzie delle forze dell’ordine nell’ambito del Programma 1033 del Dipartimento della difesa.

Body cameras: sostenere l’uso costante delle body-cameras (fotocamere installate sulle divise delle forze dell’ordine) e attuare le pratiche migliori per la protezione dei diritti civili e della privacy personale.

Addestramento della polizia: condizionare la ricezione di fondi federali all’addestramento in tecniche di de-escalation, di intervento in situazioni crisi, eliminazione dei pregiudizi impliciti, sia in accademia che sul campo.

Presenza della polizia nella comunità: condizionare i fondi federali all’impegno profuso a livello delle comunità in tutto il Paese.

Reclutamento e diversità nella polizia: dare la priorità al reclutamento, all’assunzione e al mantenimento dei candidati tradizionalmente sotto-rappresentati nelle forze dell’ordine, in modo che i dipartimenti di polizia riflettano la diversità delle comunità a cui rendono servizio.

Salute degli agenti: destinare i fondi JAG Byrne a programmi dedicati alla salute e al benessere degli agenti, investendo in dispositivi di sicurezza personale, iniziative per la prevenzione dei suicidi e programmi contro l’abuso di sostanze.

Vigilanza nell’applicazione della legge

Sorveglianza delle pratiche di polizia: creare una commissione nazionale di revisione dei sistemi di polizia che analizzi i dati, sviluppi le pratiche migliori e indaghi gli incidenti gravi nell’ottica di un problema di sistema.

Database nazionale: sviluppare un database nazionale che copra tutte le agenzie di polizia negli Stati Uniti e i suoi territori, simile alla International Association of Directors of Law Enforcement Standards e al Training’s National Decertification Index, che contenga i nomi degli ufficiali responsabili di abusi. La procedura di inserimento del nome di un agente nel database, l’accesso ad un giusto processo e la possibilità di fare appello devono essere garantite.

Trasparenza e raccolta dati: raccogliere dati da tutte le agenzie federali di sicurezza e attraverso sovvenzioni alle agenzie statali e locali, compresi dati su sparatorie, morti in custodia, uso della forza, fermi, perquisizioni e arresti. I dati dovranno essere disaggregati per razza, etnia, genere, disabilità e altre caratteristiche demografiche, e resi disponibili al pubblico.

Investigazioni pattern-or-practice: rinvigorire le indagini pattern-or-pratice per diritti civili secondo l’art. 34 U.S.C. § 12601 per far fronte alla cattiva condotta sistemica della polizia. Dare agli investigatori federali il potere di citazione in giudizio.

Immunità qualificata: assicurarsi che le vittime di abusi di potere da parte delle autorità federali, statali e locali possano chiedere giustizia attraverso il contenzioso civile, limitando l’applicazione della dottrina dell’immunità qualificata delle forze dell’ordine.

Procedimenti in materia di diritti civili: mettere il governo federale in condizione di ritenere responsabili gli agenti di violazioni dei diritti civili, riducendo lo standard dell’intento probatorio per perseguire agenti di polizia secondo l’art. 18 U. S. C. § 242.

Controllo dell’immigrazione: invertire lo storico uso del programma 287 (g) e di programmi simili che impongono alle forze dell’ordine locali l’obbligo di svolgere funzioni da agenzia per l’immigrazione, ponendo fine anche a tutti gli accordi stipulati dall’amministrazione Trump.

Procedimenti penali

Task force sulla discrezionalità della Procura: creare una nuova task force, collocata al di fuori del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, con il compito di formulare raccomandazioni per contrastare le discriminazioni e altri problemi nel nostro sistema giudiziario causati da arresti e condanne.

Investigazioni pattern-or-practice: espandere l’autorità investigativa sui casi pattern-or-practice del Dipartimento di Giustizia per far fronte alla sistematica cattiva condotta da parte dei Pubblici Ministeri e ritenere le giurisdizioni statali e locali responsabili del mancato rispetto degli obblighi di cui al sesto emendamento.

Linee guida per la Procura federale: ritirare immediatamente le linee guida dell’amministrazione Trump che invitano i Pubblici Ministeri a perseguire le pene più severe possibili, anche per reati minori. Ripristinare la Smart on Crime Initiative dell’amministrazione Obama-Biden e creare nuove linee guida a livello federale per incoraggiare i Pubblici Ministeri a non sovraccaricare i casi al fine di forzare un patteggiamento o perseguire pene più severe per penalizzare i cittadini che hanno esercitato il loro diritto ad un processo con giuria. Porre fine alla politica “Zero Tolerance” sull’immigrazione dell’amministrazione Trump annullando i memorandum del Dipartimento di Giustizia e dando priorità all’azione penale nei confronti di trafficanti di migranti, contrabbandieri e altri coinvolti in crimini gravi.

Nomina dei Procuratori: nominare agli incarichi chiave della Procura, tra cui Procuratore Generale (Attorney General), Vice Procuratore Generale (Deputy Attorney General) e Procuratori degli Stati, persone impegnate nella riforma della giustizia penale.

Trasparenza e raccolta dati: far in modo che il Dipartimento di Giustizia raccolga i dati sulle pratiche giudiziarie federali e renderle pubbliche. Questo deve includere indagini di apertura, accuse, detenzione preventiva, rilasci, patteggiamenti e sentenze. Devono essere inclusi anche i dati sulle disparità razziali.

Giustizia riparativa: avviare un programma federale di giustizia riparativa e finanziare progetti pilota a livello di Stati.

Sostenere i Procuratori progressisti: sostenere i nuovi Pubblici Ministeri statali attraverso finanziamenti e assistenza tecnica, sostenendoli nel garantire la sicurezza e riducendo al contempo l’incarcerazione.

Commissione scientifica forense: ripristinare la Administration National Commission on Forensic Science dell’amministrazione Obama-Biden, chiusa dall’amministrazione Trump.

Difesa pubblica, rilascio preliminare, cauzione, multe e oneri

Fine della cauzione in contanti: sospendere i finanziamenti dagli Stati che continuano a utilizzare la cauzione in contanti o altre misure nella fase preliminare che producono pregiudizi razziali o altre forme di discriminazione.

Porre fine alla criminalizzazione della povertà: vietare i finanziamenti federali a qualsiasi Stato o giurisdizione locale che prevede l’incarcerazione a seguito del mancato pagamento di multe e oneri o la sospensione della patente per qualsiasi motivo non correlato alla pubblica sicurezza, come l’impossibilità di pagare multe o oneri o l’assistenza ai figli. Realizzare incentivi affinché gli Stati riformino il sistema delle multe e oneri adeguandosi alle possibilità finanziarie dell’imputato.

Diritto di consulenza: investire negli uffici dei difensori pubblici per garantire l’accesso dei cittadini a consulenti di qualità.

Stipendi dei difensori pubblici: prevedere fondi per ottenere la parità salariale tra difensori pubblici e Pubblici Ministeri.

Detenzione preventiva: riformare il sistema federale delle cauzioni per impostare linee chiare, ridurre il ricorso alla detenzione preventiva e proibire l’uso di strumenti di valutazione del rischio che comportano pregiudizi.

Sentenze eque e riduzione dell’incarcerazione

Marijuana: depenalizzare l’uso della marijuana e legalizzarla per scopi medici a livello federale. Lasciare agli Stati la decisione sulla legalizzazione dell’uso ricreativo. Cancellare automaticamente tutte le precedenti condanne per uso e possesso di marijuana. Rimuovere la clausola al bilancio che impedisce a Washington di tassare e regolamentare la marijuana legale e rimuovere l’uso di marijuana dall’elenco dei reati punibili con la deportazione. Incoraggiare gli Stati a investire le entrate fiscali derivate da attività legali legate alla marijuana in programmi per aiutare le comunità nere più colpite dall’incarcerazione.

Sostegno a programmi alternativi: ridurre le sanzioni penali in caso di possesso di droga e ricorrere maggiormente ai tribunali sulla droga e a programmi terapeutici, anziché incarcerare chi soffre di disturbi legati dall’uso di sostanze.

Pena di morte: abolire la pena di morte a livello federale e incentivare gli Stati a seguire l’esempio del governo federale.

Sentenza minima obbligatoria: mettere i giudici in condizione di determinare autonomamente le sentenze appropriate, abrogando l’uso della sentenza minima obbligatoria a livello federale e incentivando gli Stati a fare altrettanto.

Riforme retroattive: rendere retroattive tutte le riforme delle condanne per consentire l’individualità in ogni rivalutazione di sentenza.

Disparità di condanna per crack/cocaina: porre fine alla disparità tra crack e cocaina nelle sentenze a livello federale e rendere retroattiva la riforma.

Clemency Board: al fine di evitare i pregiudizi istituzionali e garantire un giudizio equo e indipendente, istituire un comitato di clemenza indipendente, formato da membri di diversa estrazione. Espandere i criteri dell’era Obama sulle iniziative di clemenza proattiva per chi sconta condanne eccessive.

Compassionate release: rafforzare il rilascio compassionevole in modo che gli ammalati e gli anziani siano gradualmente scarcerati, a condizione che non rappresentino un rischio per la sicurezza pubblica.

Nomine: nominare giudici federali che abbiano dimostrato un impegno per la riforma della giustizia penale e con esperienze diverse, per esempio difensori pubblici, avvocati per assistenza legale e per i diritti civili.

Durata della sentenza e scarcerazione anticipata: incaricare la U.S. Sentencing Commission di condurre una revisione completa sulle linee guida e sulle condanne legali esistenti, per formulare raccomandazioni legislative e promulgare nuove linee guida volte ridurre le sentenze irragionevolmente lunghe e promuovere la riabilitazione dei detenuti. La Commissione dovrebbe formulare raccomandazioni in merito alla scarcerazione anticipata, ampliando la buona condotta, ripristinando la libertà condizionata a livello federale e creando un meccanismo di “seconda considerazione” che consenta ai giudici federali di rivalutare le sentenze dopo un certo periodo di tempo. Ognuna di queste opzioni dovrebbe basarsi su un approccio sistematico e basato sull’evidenza per ridurre i rischi per la sicurezza pubblica, prevenire azioni discriminanti dal punto di vista razziale, abbassare il numero totale di persone sotto custodia o sotto supervisione e limitare la durata e le condizioni della supervisione.

Riforma delle carceri

Carceri private e centri di detenzione: porre fine all’uso di carceri private e centri di detenzione, anche per reati di immigrazione.

Profitti nascosti in programmi di diversione, telefonate, commissari: porre fine al profitto tratto da programmi alternativi, commercial bail e il monitoraggio elettronico. Approvare leggi per vietare alle compagnie private di imporre tasse esorbitanti per le chiamate dalle prigioni.

Isolamento: porre fine all’isolamento detentivo, se non per casi rari ed eccezionali.

Opportunità educative: espandere i finanziamenti per creare nuovi programmi di istruzione, formazione e ampliamento delle competenze (imparare a leggere, conseguire un GED (General Education Development) o un diploma universitario, o apprendere un mestiere) durante e dopo l’incarcerazione.

Assistenza medica: ampliare l’accesso alle cure mediche per i detenuti vulnerabili.

Supervisione dell’ufficio di presidenza: istituire la figura del mediatore presso l’ufficio di presidenza della prigione presso cui i detenuti e le loro famiglie possono sporgere denuncia e ottenere un risarcimento tempestivo.

Condizioni carcerarie: dare priorità al CRIPA (Civil Rights of Institutionalized Persons Act) e all’applicazione PREA (Prison Rape Elimination Act).

Chiusura delle prigioni: incentivare la chiusura delle carceri in caso di declino della popolazione. Garantire che le risorse in eccesso vengano investite direttamente nelle comunità maggiormente colpite dal fenomeno dell’incarcerazione di massa.

Lavoratori nella prigione: abolire il lavoro forzato e lo sfruttamento in prigione. Garantire il rispetto della salute e delle leggi sulla sicurezza.

Riabilitazione e reinserimento

Rimuovere gli ostacoli al reinserimento: eliminare le restrizioni all’accesso alle abitazioni pubbliche, all’occupazione, all’ottenimento di licenze professionali, patenti di guida e benefici pubblici. Creare una Commissione sul Reinserimento, condurre una revisione completa degli ostacoli al reinserimento con l’obiettivo di intraprendere un’azione esecutiva e proporre leggi per rimuoverne il maggior numero possibile. Proporre raccomandazioni per riformare il sistema di libertà vigilata e di libertà condizionale, prevenire la reincarcerazione per violazioni tecniche, nonché espulsione e convalida delle condanne.

Alloggio: garantire che il 100% degli ex detenuti abbia l’accesso ad un alloggio al momento del reinserimento. Il primo passo è aumentare i fondi per l’edilizia abitativa di transizione e incentivare l’HUD (US Department of Housing and Urban Development) a stipulare contratti solo con enti aperti al reinserimento.

Programmi per la salute mentale e l’uso di sostanze: espandere i programmi di assistenza per la salute mentale e l’uso di sostanze per ex detenuti in fase di reinserimento.

Occupazione: ampliare la riforma Ban the box dell’amministrazione Obama. Semplificare i processi che consentano l’accesso ai Job Corps per chi è in libertà vigilata o libertà condizionata per reati non violenti.

Patente: Eliminazione delle multe in sospeso che impedirebbero ai rientranti nella società di ottenere la patente, se sono stati incarcerati per sei mesi o più (ma non per gravi violazioni alla guida).

Borse di studio Pell Grants: ripristinare come aventi diritto alle borse di studio federali Pell Grants anche gli ex detenuti.

Diritto di voto: ripristinare il diritto di voto a tutti gli ex detenuti.

Riforma della giustizia minorile

Tagliare la linea scuola-prigione: interrompere la prassi di arrestare i bambini per comportamenti che devono essere gestiti dal preside. Ogni scuola dovrebbe avere risorse economiche sufficienti per impiegare consulenti di orientamento, assistenti sociali e psicologi scolastici per garantire pratiche disciplinari adeguate.

Reati di status: depenalizzare reati disciplinari come le assenze ingiustificate e il consumo di alcool.

Affrontare il trattamento differenziato nelle scuole: rilanciare le linee guida federali del Dipartimento di Istruzione e del Dipartimento di Giustizia per ridurre la differenza di trattamento disciplinare dei bambini di colore a scuola e negli ambienti educativi.

Cancellazione: condizionare la ricezione di fondi federali alla cancellazione automatica e alla chiusura al pubblico delle fedine penali dei minori.

Sostenere alternative all’incarcerazione: incoraggiare gli Stati a passare dall’incarcerazione di minori alla prevenzione del crimine. Incentivare gli Stati a sviluppare alternative alla prigione e ai centri di detenzione per giovani, promuovendo alternative fondate sulle comunità e sugli investimenti in programmi di doposcuola, centri e posti di lavoro estivi per offrire opportunità ai giovani a rischio. Condizionare le sovvenzioni ai programmi fondati sulle comunità.

Tribunali minorili: incentivare gli Stati ad aumentare l’età minima entro la quale un cittadino può essere processato in un tribunale per adulti. Incoraggiare l’istituzione e l’uso di tribunali minorili.

Riforma della condanna minorile: abolire l’ergastolo senza possibilità di condizionale per i minorenni.

Detenzione minorile: impedire che i minori vengano incarcerati con gli adulti.

Chiraag Bains
Bobby Scott
Raumesh Akbari
Justin Bamberg
Eric Holder
Vanita Gupta
Symone Sanders
Stacey Walker

Traduzione e note esplicative: Alessia Schiavon e Asia Jane Leigh

Nel sistema penitenziario americano gli istituti penitenziari si dividono in due categorie in funzione della durata della detenzione: jail e prison. Mentre i primi sono gestiti da agenzie locali e ospitano detenzioni brevi o soggetti in attesa di giudizio al pari delle nostre case circondariali, i secondi sono di competenza statale o federale e ospitano soggetti condannati per crimini più gravi che, dunque, scontano pene più lunghe, come nel caso delle case di reclusione.
L’istituto americano della parole (letteralmente concessione della libertà sulla parola) equivale di fatto alla nostra libertà condizionale (art. 176 c.p.). Dunque, si tratta di una sospensione dell’esecuzione della condanna che viene concessa da parte di un organismo indipendente incardinato nell’amministrazione della giustizia (il Parole Board) al ricorrere di una serie di condizioni che variano a seconda della legislazione nazionale o federale applicabile. Il soggetto viene poi affidato alla supervisione di un funzionario che ha il compito di monitorarne il comportamento e il rispetto delle condizioni di rilascio.
La peer intervention si riferisce a un approccio formativo, in questo caso delle forze di polizia, di natura preventiva che mira a preparare gli ufficiali di polizia ad intervenire nei confronti dei propri colleghi prima che questi pongano essere atti o comportanti scorretti potenzialmente criminali.
  Le cosiddette pattern-or-practice investigations rappresentano una tipologia di investigazioni di natura amministrativa condotte dal Dipartimento di Giustizia che hanno ad oggetto il dipartimento di polizia e non la condotta del singolo e che mirano all’accertamento della presenza di modelli o pratiche lesive dei diritti civili.
Nel diritto penale processuale statunitense il termine subpoena indica il mandato di comparizione ossia la citazione in giudizio emessa dal Tribunale rivolta ai soggetti che sono chiamati a presentarsi come testimoni di fronte alla corte, pena l’incriminazione.
L’intent o intenzione rappresenta una delle forme di mens rea ossia dell’elemento soggettivo o psicologico di cui si compone il delitto nel diritto penale anglosassone. In altre parole, indica lo stato mentale in cui si trova il soggetto nel momento in cui pone in essere la condotta delittuosa.
 La doctrine of qualified immunity, di creazione giurisprudenziale, identifica l’immunità concessa agli ufficiali governativi nel caso si dimostri la loro buona fede nel compiere un atto in violazione di un diritto garantito, a patto che non si tratti della violazione di diritti costituzionali o leggi federali. La ratio di tale dottrina si ritroverebbe nella necessità di bilanciare due interessi: da un alto la necessità di assicurare che i pubblici ufficiali siano riconosciuti responsabili nel caso abbiano esercitato in maniera irresponsabile il potere loro concesso, e dall’altro il bisogno di proteggere gli stessi ufficiali da eventuali vessazioni o ritorsioni che siano conseguenza dell’esercizio ragionevole delle proprie funzioni (Pearson v Callahan).
I drug courts o tribunali per la droga rappresentano organismi specializzati che, attraverso il lavoro congiunto di tutti gli attori coinvolti (giudici, pubblici ministeri, avvocati difensori, funzionari penitenziari, assistenti sociali, educatori, psicologi e medici), mirano ad accompagnare il soggetto durante il proprio percorso di recupero.
Con il termine cash bail si fa riferimento ad una quantità di denaro che funge da garanzia per il rilascio del soggetto dallo stato di custodia cautelare e che viene restituita qualora il soggetto si presenti alle udienze. In caso contrario rimane nelle casse del dipartimento.
Le federal mandatory minimums si riferiscono a minimi sanzionatori definiti per legge che sono associati a crimini federali in materia, ad esempio, di sostanze stupefacenti, armi, pedopornografia e traffico di essere umani, e che limitano la discrezionalità del giudice, non potendo questi tenere in conto le circostanze del fatto delittuoso e del soggetto nell’applicazione del trattamento sanzionatorio.
A partire dagli anni ‘80 gli Stati Uniti hanno fatto continuo ricorso alla privatizzazione dei centri di reclusione (prisons), che ospitano soggetti già condannati, e dei centri di detenzione (detention centers), che, invece, ospitano soggetti in attesa di giudizio o immigrati in attesa di espulsione dal Paese.
A differenza della parole, la probation rappresenta una sospensione della pronuncia di una condanna a pena detentiva che viene concessa quando è stata accertata la responsabilità penale del soggetto, ma ancora non è stata inflitta la condanna. Durante tale periodo di prova, il soggetto è sottoposto alla supervisione di un funzionario che monitora il rispetto degli obblighi comportamentali previsti. In caso di mancata osservanza, il giudice può revocare la misura e pronunciare la sentenza di condanna.
I Job Corps rappresentano un programma formativo ed educativo gratuito amministrato dal Dipartimento per il Lavoro e diretto ai giovani tra i 16 e i 24 anni con basso reddito.
I Pell Grants sono sussidi concessi dal governo federale per il sostegno degli studi universitari.
 Patter-or-practice investigation indica una causa in cui un attore tenta di dimostrare che l’imputato ha portato avanti sistematicamente attività discriminatorie. Tale impegno in attività discriminatorie è stato perseguito soprattutto mediante politiche e procedure. In genere, un caso di questo tipo comporta discriminazione lavorativa, discriminazione abitativa o segregazione scolastica. Un querelante deve dimostrare che il comportamento di un imputato forma un modello di azione o è incorporato in pratiche di routine; tuttavia, anche inferenze di complicità esecutive o ufficiali possono derivare da una costante incapacità di rispondere ai reclami o di attuare misure correttive.
Compassionate release è un processo mediante il quale i detenuti nei sistemi di giustizia penale possono beneficiare di una liberazione anticipata immediata sulla base di “circostanze particolarmente straordinarie o convincenti che non potevano ragionevolmente essere previste dal tribunale al momento della condanna”.
La cauzione non può essere versata col conferimento di beni in natura ovvero in ipoteca. Istituti appositi l’anticipano dietro ipoteca di un bene (la casa) e garanzie di un terzo garante (bail bond agent o bondsman), che richiede tassi di interesse elevati. Viene trattenuta dallo Stato solamente se l’imputato non si presenta al processo, indipendentemente dall’esito di condanna o assoluzione, e salvo gravi e giustificati motivi.
Ban the Box è il nome di una campagna americana di avvocati volta a rimuovere la casella che, nei formulari di richiesta di un impiego, chiede al candidato se ha precedenti penali. Lo scopo è far sì che gli ex detenuti esibiscano le loro qualifiche nel processo di assunzione prima di essere ascoltati rispetto ai precedenti penali. Gli estensori della campagna ritengono che questo sistema renda più difficile agli ex detenuti trovare un impiego e renda più probabile che tornino a delinquere alimentando il tasso di recidiva.
Un reato di status è un’azione vietata solo a una determinata classe di persone e molto spesso applicata solo ai minori.
Nel common law, expungement è il processo mediante il quale una condanna penale viene distrutta o sigillata a livello statale o federale.

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