DICHIARAZIONE DI ROMA PER IL DIRITTO ALLA CONOSCENZA

DICHIARAZIONE DI ROMA PER IL DIRITTO ALLA CONOSCENZA

La Prima Assemblea del Comitato Globale per lo Stato di Diritto “Marco Pannella”, riunitasi a Roma il 6 giugno 2022, si è conclusa con la seguente Dichiarazione di Roma per il Diritto alla Conoscenza sostenuta da tutti i partecipanti.

Premesso che:

i regimi autoritari rappresentano una grave minaccia alla pace, alla sicurezza e alla prosperità globali;

la libertà di informare ed essere informati è base di ogni libertà, nonché fondamento e garanzia della democrazia liberale;

la propaganda e la disinformazione costituiscono strumenti di manipolazione del dibattito pubblico e ingerenza nella vita democratica;

Convinti:

che sia necessario porre i cittadini al riparo dall’influenza della propaganda e della disinformazione e dell’attività interessata delle lobby;

dell’urgenza di promuovere una cultura della Conoscenza, quale pilastro che restituisca ai cittadini il potere di governare le società democraticamente;

della necessità che le democrazie difendano i principi dello stato di diritto dall’aggressione dei regimi autoritari;

Noi sottoscritti chiediamo:

ai governi e ai parlamenti di impegnarsi per un forte e decisivo seguito, presso le Nazioni Unite, alla risoluzione e alla raccomandazione dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa approvate nel giugno 2021 che riconoscono il Diritto alla Conoscenza come un diritto umano;

di rendere più trasparenti i processi decisionali così consentendo una maggiore capacità di verificarne la correttezza;

ai parlamenti di impegnarsi per la creazione di strumenti di monitoraggio dell’informazione;

a tutti i cittadini di pretendere l’implementazione di strumenti finalizzati alla difesa e promozione del Diritto alla Conoscenza, in ogni momento della vita democratica delle rispettive società;

a tutte le istituzioni di porre tra le loro più alte priorità il sostegno ai difensori dei diritti umani che promuovo le libertà fondamentali riconosciute universalmente;

ai governi, ai parlamenti e ai cittadini un deciso impegno a sostenere con la massima sollecitudine le giurisdizioni nazionali e internazionali, come luoghi privilegiati di produzione di conoscenza anche sui gravi crimini internazionali.

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