Intervista al neoeletto Carles Puigdemont sull’accesso negato al Parlamento europeo

Intervista al neoeletto Carles Puigdemont sull’accesso negato al Parlamento europeo

Giovedì 30 maggio la sicurezza del Parlamento Europeo a Bruxelles ha bloccato l’ingresso ai neoeletti leader indipendentisti catalani Carles Puigdemont e Toni Comin. Il corrispondente di Radio Radicale dal Parlamento europeo, David Carretta, ha realizzato un’intervista all’ex Presidente della Catalogna, Carles Puigdemont, subito dopo l’accaduto.

David Carretta: Signor Puigdemont, cosa è successo quando è arrivato al Parlamento?

Carles Puigdemont: Qualcosa di inatteso e incredibile. Siamo stati eletti domenica scorsa con oltre un milione di voti e normalmente, come il resto dei membri eletti, abbiamo avviato le procedure e le gestioni amministrative per essere deputati a pieno diritto al Parlamento europeo. Ho visto la lista, il mio nome era presente, ma sia il mio nome che quello di Oriol Junqueras erano marcati con un colore diverso. Dopo di che il funzionario incaricato mi ha detto che non potevamo entrare. Gli ho chiesto il perché e mi ha spiegato che mancavano le autorizzazioni per questa procedura e allora ho chiesto chi lo aveva deciso. Mi ha risposto che era stato un superiore. Ho chiesto di chiamarlo per capire la situazione e questi mi ha detto che non avevano ricevuto la lista ufficiale dallo Stato spagnolo con l’elenco di tutti gli eletti. Chiedo com’è possibile che altri eletti spagnoli abbiano potuto accedere alle procedure di registrazione in mancanza di una lista ufficiale, quindi hanno chiamato un altro responsabile di grado superiore il quale mi ha ripetuto la stessa cosa. Allora dico com’è possibile che ci siano qui con me altre persone elette, come Diana Riba di Esquerra Republicana, che hanno potuto accedere alla procedura anche senza la lista ufficiale dello Stato spagnolo. Il funzionario ha fatto una telefonata e dopo mezz’ora mi ha ripetuto ancora una volta la stessa scusa. Ho chiesto come potessero giustificare una simile discriminazione. Il funzionario non mi ha saputo rispondere e allora ho domandato chi avesse preso questa decisione. La risposta è stata il Segretario generale del Parlamento europeo. Dato che era presente il nostro avvocato, questi ha cominciato subito a redigere un fax ufficiale indirizzato al Presidente del Parlamento europeo per denunciare questa grave violazione dei diritti fondamentali. Inconcepibile.

Carretta: Vi è stata fornita una spiegazione scritta?

Puigdemont: No solo orale. Ho chiesto che venisse scritta ma mi hanno detto che l’informazione era solo orale e che per una risposta scritta dovrei inoltrare una richiesta specifica. Allora su che basi hanno preso questa decisione? Hanno detto di aver ricevuto informazioni che non consentono di lasciarmi accedere. Mi chiedo come funzioni la democrazia europea se ad alcuni eletti, che hanno vinto le elezioni in Catalogna, non è consentito di fare ciò che ad altri è permesso. Non capisco. Ci devono delle spiegazioni. E’ una grave violazione della democrazia. Mi spiace vedere che il modello spagnolo venga introdotto anche nel Parlamento europeo.

Carretta: Il Parlamento europeo vi ha già vietato l’ingresso in precedenza. Secondo lei chi c’è dietro a tutto questo?

Puigdemont: Non posso provare nulla, ma ci sono delle coincidenze nelle argomentazioni con quelle in precedenza esposte dal Partito Popolare (PP) e da Ciudadanos (Cs). Sia il PP che Cs hanno infatti presentato un esposto contro di noi prima delle elezioni per impedirci di partecipare. L’autorità elettorale ci aveva esclusi ma alla fine abbiamo vinto il ricorso presentato altrimenti sarebbe stata una vergogna. Mi dispiace enormemente che la voce di alcuni cittadini europei non valga come altre.

Carretta: A suo avviso, vi impediranno di sedere al Parlamento europeo?

Puigdemont: Sanno che non possono negarci l’accesso e stanno utilizzando l’ultimo ostacolo per impedirci di agire come deputati al Parlamento europeo.

Carretta: Il fatto, per esempio, che dobbiate andare in Spagna, a Madrid, per firmare verrà utilizzato o no?

Puigdemont: Potrà essere utilizzato in un secondo momento e so come dovrò agire in quel caso. Prima però ho il diritto di fare ciò che gli altri membri hanno fatto. Non c’è alcun argomento, alcuna giustificazione legale che possa giustificare questa grave discriminazione. È un brutto inizio della legislatura europea.

Carretta: Crede che il Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, notoriamente molto vicino al PP, abbia delle responsabilità?

Puigdemont: Vedremo. Aspettiamo la risposta definitiva e poi vedremo. Non ho nessuna prova oltre alle spiegazioni che ho ricevuto, ma è evidente che c’è una discriminazione.

Carretta: Ma queste spiegazioni non hanno spiegato niente.

Puigdemont: È una contraddizione. È ridicolo che dicano che non c’è la lista che quindi non posso essere ammesso, mentre ci sono altri che sono potuti entrare benché non siano sulla lista. Il Segretario generale dovrebbe essere al servizio degli eletti. Dovrebbe essere una garanzia dei loro diritti, ma se diventa un ostacolo è un problema, perché da quel momento come potrà l’Europa rivolgersi ad altre regioni del mondo se essa stessa commette una violazione dei diritti fondamentali di questo tipo? Proprio oggi, il Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite contro la Detenzione Arbitraria ha reso noto un rapporto sulla Spagna in cui esige la scarcerazione immediata dei nostri compagni, dei nostri colleghi, i prigionieri politici catalani. È una grave denuncia, un test per l’Europa. Uno Stato membro ha violato quindici diritti fondamentali, ed è l’ONU a dirlo. Quindi l’Europa ha un problema che si chiama Spagna, che ha violato i diritti fondamentali. La mia speranza è che l’Europa trovi il cammino per disfarsi di queste pratiche vergognose.

Ascolta l’intervista originale (in francese) sul sito di Radio Radicale

Traduzione: Dolors Obregon e Enrico Curti

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