Proteggiamo Kem Sokha e la democrazia in Cambogia

Proteggiamo Kem Sokha e la democrazia in Cambogia

Sotto la guida del Primo Ministro cambogiano Hun Sen, l’unico partito di opposizione in parlamento, il Cambogia National Rescue Party (CNRP, Partito di Salvezza Nazionale Cambogiano), è stato arbitrariamente sciolto nel 2017 e il suo leader, Kem Sokha, è stato arrestato. Ciò ha dato il via alle elezioni truccate del luglio 2018 che hanno consegnato tutti i seggi dell’Assemblea nazionale al Cambodia’s People Party (CPP, Partito Popolare Cambogiano).

Kem Sokha rimane agli arresti domiciliari e il periodo di detenzione senza processo supera ormai il limite dei 18 mesi massimi consentiti dalla legge cambogiana. Di fronte alla comunità internazionale, il governo fa il timido tentativo di aggirare la questione dei 18 mesi affermando che Kem Sokha è stato rilasciato su cauzione. Tuttavia, le restrizioni alla libertà di movimento, da quando gli è stato permesso di tornare a casa dopo aver trascorso un anno in una prigione remota, lo limitano a poche strade intorno alla sua casa.

In un discorso alla nazione il 25 marzo, Hun Sen ha chiarito il punto quando ha fatto riferimento a Kem Sokha e alla sua condizione attuale. Nel suo discorso ha chiarito, come se fosse necessario, che il sistema giudiziario di fatto è subordinato alla sua dittatura. “Non ti libererò!” ha detto rivolgendosi direttamente a Kem Sokha e ha aggiunto: “Una volta che il tribunale ti avrà condannato, non ci saranno più problemi”.

Le ragioni di tali affermazioni sono ovvie. Kem Sokha, come ha osservato il Primo Ministro stesso, ha sollecitato i 118 membri di spicco del CNRP che sono stati banditi dalla politica a non avanzare la richiesta di “riabilitazione” politica. Lo scopo di queste riabilitazioni individuali e selettive è quello di dividere il CNRP, per frammentarlo e rimuoverne la consistenza elettorale. Ricordo che, nonostante numerose irregolarità, il CNRP ha ottenuto ufficialmente quasi la metà dei voti nelle elezioni nazionali del 2013 e in quelle comunali del 2017. Dalla sua creazione, nel 2012, il partito ha costituito una chiara minaccia al continuo dominio del CPP, e lavorare alla sua divisione è stata la priorità del governo.

L’obiettivo, quindi, è quello di produrre piccoli gruppi separati dal CNRP, che si aggiungeranno ai numerosi piccoli partiti che si sono presentati alle legislative del 2018 senza però conquistare nemmeno un seggio dell’Assemblea Nazionale. Se uno di questi piccoli partiti un giorno diventasse abbastanza grande da costituire una seria preoccupazione per il governo, verrebbe semplicemente sciolto sotto la minaccia dei fucili, dando così il via ad un nuovo lungo ciclo di inganni. La scommessa di Hun Sen è che la comunità internazionale non identifichi a pieno i sotterfugi. In effetti, la riabilitazione selettiva fa parte della ricetta per le elezioni truccate, locali e nazionali, degli anni futuri, sostenute, come e quando necessario, dalla violenza del governo. Hun Sen lo ha chiarito, affermando che il governo deve lavorare per “eliminare” il CNRP prima che la Cambogia perda l’accesso all’esenzione dai dazi ai mercati europei.

Il problema del piano del governo di condannare Kem Sokha è l’assenza di prove credibili da portare in tribunale. L’accusa di tradimento che pende su di lui è ridicola e nessuna seria evidenza a sostegno è stata prodotta. La comunità internazionale seguirà il processo, se e quando si terrà, e in quell’assise non vi saranno prove in grado di condannare Kem Sokha. Il governo non è riuscito a trovare il modo per spezzare il coraggio e la capacità di tenuta di Kem Sokha stesso, che ha resistito alla perdita della libertà e a tutte le minacce che il governo ha rivolto contro di lui, nella convinzione che i cambogiani hanno diritto a una vera scelta democratica, scelta che il CNRP è in grado di rappresentare.

L’accusa falsa mossa ai danni di Kem Sokha è servita come pretesto per la dissoluzione arbitraria del CNRP. Il partito deve essere riportato alla vita politica nella sua completezza. Kem Sokha rimane in serio pericolo e merita il sostegno della comunità internazionale mentre resiste alle pressioni della dittatura. Il sistema di pluralismo e democrazia in Cambogia per il quale sta combattendo è garantito da un trattato internazionale vincolante, ovvero gli Accordi di Pace di Parigi del 1991. Il coraggio di Kem Sokha significa che esiste ancora la possibilità che tali accordi un giorno verranno finalmente attuati.

Sam Rainsy

Leggi l’articolo originale in inglese sul sito “The Geopolitics”

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