Una Preda Facile: l’influenza del PCC nella politica italiana

Una Preda Facile: l’influenza del PCC nella politica italiana

 

Una Preda Facile

Le agenzie di influenza del PCC e le loro operazioni nella politica parlamentare e locale italiana
Un rapporto Sinopsis / Global Committee for the Rule of Law "Marco Pannella"

di Livia Codarin, Laura Harth e Jichang Lulu

20 novembre 2021

Le recenti polemiche sull’allineamento di alcuni politici italiani di spicco con la propaganda del Partito Comunista Cinese (PCC) hanno attirato l’attenzione di giornalisti e studiosi, senza tuttavia portare all’esposizione di un fenomeno ben più ampio, ovvero gli sforzi del PCC volti a influenzare le politiche e l’opinione pubblica attraverso figure di rilievo dell’intero spettro della politica italiana, in un esempio del suo lavoro di influenza globale.

Questo rapporto fornisce una prima panoramica sulle attività condotte in Italia dalle agenzie di influenza esterna del PCC attraverso i sistemi che compongono l’apparato del Partito con tre casi di studio  che illustrano operazioni che prendono  di mira la politica italiana, dal livello nazionale a quello locale. Come dimostrano i casi presentati, il Dipartimento per i contatti internazionali (ILD), l’ Associazione di Amicizia del Popolo Cinese con l’Estero (CPAFFC), il Consiglio Cinese per la Promozione del Commercio Internazionale (CCPIT), così come unità dei sistemi di propaganda e del Fronte unito, e organizzazioni di facciata legate alle agenzie di intelligence del PCC, sono attori chiave negli sforzi del Partito volti a cooptare parlamentari, partiti politici, amministratori locali, e personalità influenti nel settore dei think tank e dei media.

Usando politici, lobbisti e altri intermediari locali, queste operazioni sfruttano le istituzioni democratiche trasformandole in strumenti delle politiche del PCC. Vaghi appelli alla promozione dell'”amicizia”, della “cultura” e del commercio aiutano ad arruolare figure rilevanti e anche critiche verso il PCC rendendole sostenitori inconsapevoli di quello che può essere visto come uno sforzo di ingegneria discorsiva: la diffusione della propaganda del PCC che normalizza il potere autoritario del partito e la sua espansione globale. Cedendo a questo nuovo senso comune, ambienti parlamentari hanno permesso o favorito la diffusione di messaggi di propaganda che nascondono le gravi violazioni dei diritti umani nella RPC, mentre alcune amministrazioni locali hanno aderito a una rete che si richiama alla  “Belt and Road” creata da un’agenzia di influenza del PCC.

Queste operazioni di influenza sfruttano in particolare l’asimmetria conoscitiva tra le agenzie del PCC e i loro bersagli stranieri. La scarsa familiarità con le agenzie di influenza e le loro tattiche compromette l’integrità delle istituzioni politiche, in quanto le rende prede facili dei tentativi di cooptazione. Per queste ragioni, l’elaborazione di politiche efficaci per un rapporto equilibrato con la Cina richiede una conoscenza approfondita del lavoro di influenza del PCC.

I rappresentanti politici hanno a disposizione vari strumenti per affrontare queste vulnerabilità:

  1. Gli organi istituzionali e i partiti politici dovrebbero costruire un cordone sanitario attorno alle agenzie di influenza del PCC, evitando interazioni che li trasformino in loro strumenti.
  2. Senatori e Deputati dovrebbero proteggere il Parlamento dai tentativi di cooptazione lanciati da paesi totalitari, evitando di sostenere gruppi parlamentari di “amicizia con la Cina” e altre iniziative che agiscono per conto dell’ILD e di altre agenzie di influenza del PCC.
  3. A livello locale, le autorità dovrebbero concentrare gli scambi con le controparti della RPC su questioni di loro competenza, evitando l’adesione a iniziative di propaganda lanciate dalla CPAFFC, dal CCPIT e dai loro partner locali.
  4. Organi come il Copasir e le Commissioni Affari esteri del Parlamento, nonché i singoli parlamentari, dovrebbero indagare sulle operazioni di influenza del PCC, promuovendo la massima trasparenza attraverso l’esame dei contatti governativi con le controparti della RPC e rendendo pubblici i resoconti delle proprie interazioni.
  5. Organi parlamentari e partiti politici dovrebbero mettere a disposizione dei membri del Parlamento e degli amministratori locali ricerche aggiornate sulle operazioni di influenza del PCC.
  6. Un consenso democratico di tutte le forze politiche, sia in Italia che nei suoi paesi alleati, dovrebbe promuovere un adattamento del quadro legislativo finalizzato a contrastare più efficacemente le interferenze straniere.
Il rapporto integrale in italiano è disponibile qui.

For the full English version of the report, click here.

*Cover credit: Finn Lau and Hong Kong Liberty

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