N 83 – 30/6/2020

N 83 – 30/6/2020

FOTO DELLA SETTIMANA – Pechino, 30 giugno 2020: con 162 favorevoli e nessun contrario o astenuto, il Comitato permanente dell’Assemblea Nazionale del Popolo cinese ha adottato la Legge sulla Sicurezza Nazionale per Hong Kong

PRIMO PIANO

Cina: Rapporto sulla campagna per sopprimere le nascite uigure
Vi sono gravi indizi che il governo cinese stia agendo per ridurre drasticamente le nascite nelle minoranze musulmane dello Xinjiang. È quanto emerge in un rapporto rilasciato oggi oggi dall’Alleanza Inter-Parlamentare sulla Cina (IPAC) e nella sua versione italiana dal Global Committee for the Rule of Law “Marco Pannella” (GCRL).

La ricerca, condotta dal Professor Adrian Zenz – uno dei maggiori esperti mondiali sulla situazione delle minoranze nella regione autonoma uigura dello Xinjiang – rileva che:

– I tassi di crescita della popolazione sono diminuiti dell’84% nelle due più grandi prefetture uiguri tra il 2015 e il 2018 e sono ulteriormente diminuiti nel 2019.

– Documenti governativi del PCC prescrivono senza mezzi termini che chiunque violi i piani di controllo delle nascite per la popolazione uigura può essere punito con l’internamento in campi di “addestramento” e descrivono una campagna di sterilizzazione di massa femminile nelle aree rurali.

In risposta a queste rivelazioni, i membri dell’IPAC hanno rilasciato una dichiarazione che promette un’azione politica in ciascuno dei 15 parlamenti rappresentati nell’IPAC, tra cui quello italiano con i due Co-Chair Lucio Malan (Forza Italia) e Roberto Rampi (Partito Democratico), e i suoi membri attuali Enrico Borghi (Partito Democratico), Andrea Delmastro Delle Vedove (Fratelli d’Italia), Paolo Formentini (Lega) e Roberto Giachetti (Italia Viva).

Il discorso di Giulio Terzi al Consiglio Generale del Partito Radicale
Quello che segue è l’intervento di Giulio Terzi di Sant’Agata al Consiglio Generale del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito di venerdì 26 giugno.

Ringrazio molto per la convocazione di questo Consiglio Generale Maurizio Turco, Irene Testa e Makarar Thhai. La pandemia del coronavirus cinese si è trasformata nella tempesta perfetta per l’autoritarismo nel mondo. Il Covid-19 segna, da un lato, la fine di una globalizzazione da Far West nella quale le democrazie liberali avrebbero fatto, rimanendo passive e divise, la fine dei pellerossa: decimati e rinchiusi nelle riserve; mentre i comunisti cinesi si stavano appropriando, con metodi e arroganza da cowboys di praterie, miniere d’oro, risorse naturali e umane che un Occidente abbagliato dalla sbornia degli affari lasciava loro; senza reagire in alcun modo, e anzi incoraggiando l’occupazione dei suoi territori.

Conferenza stampa sugli ultimi gravi avvenimenti a Hong Kong e in Xinjiang
Il primo luglio – data simbolica per i cittadini di Hong Kong che segna il passaggio ufficiale del regno britannico al sistema “un Paese due Sistemi” – si terrà una conferenza stampa presso il Senato della Repubblica a Roma per sottolineare la gravità degli ultimi sviluppi a Hong Kong dopo l’entrata in vigore, oggi 30 giugno, della Legge sulla Sicurezza Nazionale – i cui termini precisi rimangono ignoti – e le rivelazioni su una campagna di soppressione delle nascite che colpisce la minoranza uigura nella Regione autonoma dello Xinjiang. I fatti riportati nel Rapporto in coordinamento con l’Alleanza Inter-Parlamentare sulla Cina (IPAC) potrebbero costituire infatti un genocidio così come indicato nei termini della Convenzione sul Genocidio del 1948.

Alla conferenza, indetta per le ore 12 dal Senatore Lucio Malan (Co-Chair IPAC, Forza Italia) in cooperazione con il Global Committee for the Rule of Law “Marco Pannella” (GCRL), hanno finora confermato la loro partecipazione: Sen. Roberto Rampi (Co-Chair IPAC, Partito Democratico), On. Andrea Delmastro Delle Vedove (membro IPAC, Fratelli d’Italia), On. Paolo Formentini (membro IPAC, Lega), On. Roberto Giachetti (membro IPAC, Italia Viva), Sen. Valeria Fedeli (Partito Democratico), On. Federico Mollicone (Fratelli d’Italia), Sen. Adolfo Urso (Fratelli d’Italia); Dolkun Isa (Presidente del Congresso Mondiale Uiguro), Amb. Giulio Terzi di Sant’Agata (Presidente GCRL, già Ministro degli Esteri), Elisabetta Zamparutti (Tesoriera Nessuno Tocchi Caino), Laura Harth (Partito Radicale/GCRL).

Sarà possibile seguire la conferenza da remoto sul sito di Radio Radicale.

La politica del figlio unico torna in Cina
C’è una campagna di sterilizzazione di massa nella regione dello Xinjiang, ma Pechino nega sempre tutto sugli uiguri, anche i campi di rieducazione. Le politiche “draconiane” contro i diversi, non solo per il virus, scrive Giulia Pompili per Il Foglio oggi 30 giugno.

Controllo delle nascite, sterilizzazioni di massa, separazioni forzate. Per controllare la regione autonoma dello Xinjiang, a maggioranza uigura, il governo di Pechino a partire dal 2016 “ha trasformato la regione in uno stato di polizia draconiano”. A scriverlo è Adrian Zenz, antropologo tedesco tra i maggiori studiosi dello Xinjiang, che ha pubblicato un nuovo, dettagliato studio attraverso l’IPAC, la Inter-parliamentary Alliance on China – istituzione nuova di zecca che raccoglie parlamentari da tutto il mondo (Italia compresa) per studiare la Cina.

A Giulia Pompili, Laura Harth, del Partito Radicale e Global Committee for the Rule of Law “Marco Pannella”, che ha lanciato il report in Italia, ha dichiarato: “Questo rapporto è di fondamentale importanza perché fornisce ulteriori prove rispetto a precedenti testimonianze. Sono documenti che andrebbero verificati, l’IPAC chiede infatti che si attivino i meccanismi per un’indagine indipendente e imparziale al più presto. E’ un obbligo interessarsi alla questione per tutti quei Paesi che hanno sottoscritto la Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio del 1948, e specialmente in un momento come questo, in cui le istituzioni internazionali sono sempre più in difficoltà nell’azione concreta. Se la Cina non avesse niente da nascondere non dovrebbe fare altro che aprire ad un’indagine.”

Firma l’appello del Global Committee e del Partito Radicale per il diritto civile e umano alla conoscenza
Mai come in questo momento, in cui l’umanità intera sta affrontando la stessa pandemia, è stato così evidente quanto urge adottare il diritto alla conoscenza. Un diritto civile e politico fondamentale soppresso per decenni dai regimi despota, a partire dal Partito comunista cinese, responsabile senza dubbio di aver soppresso informazioni utili e tempestive sull’epidemia di COVID19 all’interno e all’esterno dei suoi confini. Un diritto fondamentale sempre più soppresso anche dai governi democratici di tutto il mondo, nel passaggio ad un modello sempre più simile – e apertamente invocato da alcuni – al “modello cinese”. Medici, giornalisti, cittadini e interi territori sono stati messi a tacere nel tentativo di tenere i cittadini al buio, impedendo loro di proteggere il loro diritto fondamentale alla salute. È ora di dire basta! Abbiamo bisogno di uno standard mondiale per controllare i governi e le istituzioni internazionali! Continua

USA 2020, sondaggi a picco e ipotesi choc: e se Trump si ritirasse?
Se i sondaggi non dovessero migliorare, Donald Trump potrebbe addirittura ritirarsi. È questa l’ipotesi choc che si fa strada, non tra le fila nemiche della sinistra democratica, ma tra quelle “amiche” della destra repubblicana. “Amiche” tra virgolette perché il tycoon le elezioni del 2016 le ha vinte letteralmente contro tutti. Il punto, però, è che quelle del 2020 rischia oggettivamente di perderle.

E non lo dicono soltanto le intenzioni di voto che negli strumenti (di propaganda, talvolta più che di informazione) lo danno dietro al rivale Biden, peraltro di percentuali a due cifre. Ma lo dice un quadro generale che era inimmaginabile all’inizio di quest’anno e che viceversa pare essersi convertito in una realtà prigioniera e cupa, figlia della stagione drammatica del coronavirus, dell’economia in frantumi e, ultime in ordine di tempo ma certo non di rilevanza, delle proteste razziali.

Ma il team Trump non ci sta e suona la carica di mille tamburi: “La madre di tutte le Fake News!”, strilla Tim Murtaugh, portavoce della campagna elettorale dell’arancione. “I sondaggi hanno sempre sbagliato e la narrativa è falsa.” Ora non resta che stabilire se “silenziosa” significhi ancora “maggioranza” o se silenzio sia preludio e sinonimo di sconfitta.

IRAN E MEDIO ORIENTE

L’Iran pianifica nuove esportazioni di petrolio attraverso il Golfo dell’Oman
Il 25 giugno il Presidente iraniano Rouhani ha dichiarato che l’Iran tornerà ad esportare petrolio attraverso il porto di Bandar-e Jask, sulla costa del Golfo di Oman entro marzo del prossimo anno. Il trasporto dovrebbe utilizzare la rotta marittima dello Stretto di Hormuz, al centro di tensioni regionali da decenni, e in particolare dal 2018, quando gli Stati Uniti si sono ritirati dal patto nucleare del 2015.

L’Iran ha spesso minacciato di bloccare lo stretto se le sue esportazioni di greggio fossero state colpite dalle sanzioni statunitensi. “E’ una decisione strategica e un passo importante per l’Iran che garantirà la continuazione delle nostre esportazioni petrolifere”, ha detto Rouhani in un discorso televisivo, aggiungendo che Teheran punta a esportare un milione di barili al giorno (bpd) entro marzo 2021.

In Israele tornano i limiti alle riunioni in pubblico per evitare la seconda ondata di coronavirus
Mentre i casi di coronavirus in Israele e Cisgiordania aumentano, sono in fase di esame nuove misure volte a frenare la diffusione del virus e a mitigarne l’impatto economico sia da parte israeliana che palestinese. Il governo israeliano ha già deciso di estende le indennità di disoccupazione fino a metà agosto.

24.276 persone in Israele finora sono risultate positive al coronavirus, e 319 sono morte. Negli ultimi giorni in Cisgiordania e Gerusalemme est, 2.025 persone sono risultate positive; otto persone sono morte. Nella Striscia di Gaza sono state diagnosticati 72 casi e un decesso. Inoltre, su pressioni dell’opposizione, le Commissioni esteri e difesa della Knesset hanno fatto marcia indietro sul piano di promuovere un disegno di legge temporaneo che consente il monitoraggio digitale dei pazienti affetti da coronavirus.

I dati sugli abusi e le morti nelle prigioni non ufficiali dello Yemen
Un rapporto redatto e presentato il 30 giugno da Mwatana, un’organizzazione yemenita per i diritti umani, ha illustrato l’entità degli abusi subiti dagli yemeniti nei centri di detenzione non ufficiali e nelle carceri, rivelando come le detenzioni e le uccisioni extragiudiziali siano aumentate esponenzialmente durante il conflitto che dura ormai da cinque anni.

Tra maggio 2016 e aprile 2020, Mwatana ha documentato 1.605 casi di detenzione arbitraria, 770 casi di sparizione forzata e 344 casi di tortura perpetrati da tutte le parti in guerra. I ribelli Houthi, sostenuti dall’Iran sono responsabili per la maggior parte dei casi, con 904 detenzioni arbitrarie o abusive, 353 casi di sparizioni forzate, 138 casi di tortura e 27 morti in detenzione.

Un totale di 419 casi di detenzioni arbitrarie o abusive, 327 sparizioni forzate, 141 accuse di tortura e 25 morti in detenzione sono state attribuite agli Emirati Arabi Uniti e ai loro alleati. Il governo yemenita appoggiato dai sauditi è responsabile di 282 detenzioni, 90 sparizioni, 65 casi di tortura e 14 morti in detenzione.

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