Lo scrittore vietnamita e difensore dei diritti umani Võ Văn Ái è morto

Lo scrittore vietnamita e difensore dei diritti umani Võ Văn Ái è morto

Cari amici,

Sono molto triste di dover annunciare che Võ Văn Ái, difensore dei diritti umani, poeta e presidente del Comitato per i Diritti Umani del Vietnam, è morto giovedì 26 gennaio a Parigi dopo una lunga malattia. Era un grande amico del Partito Radicale Trasnazionale e membro onorario del Comitato Globale per lo Stato di Diritto “Marco Pannella”.

Vo Van Ai era un buddista, sostenitore della nonviolenza. Fin dalla prima infanzia, ha rifiutato di accettare l’ingiustizia e ha corso ogni rischio per opporsi all’oppressione. All’età di 11 anni fu arrestato e torturato per essersi unito alla lotta per l’indipendenza del Vietnam sotto il dominio coloniale. Durante la guerra del Vietnam, negli anni ’60, ha viaggiato per il mondo per sostenere una soluzione nonviolenta e buddista al conflitto, in modo che il popolo vietnamita potesse determinare il proprio futuro, e non essere soggetto a una soluzione siglata a Mosca, Pechino, Washington o Parigi. In Italia, ha marciato per la pace dalla Sicilia a Roma con Danilo Dolci e altri amici italiani. Fu allora che conobbe Marco Pannella, che ne sostenne la visione e le azioni, e ne sarebbe diventato un carissimo amico.

Purtroppo, quando finì la guerra del Vietnam, accadde il peggio. Il 30 aprile 1975, i carri armati di Hanoi entrarono a Saigon e il Paese fu unito sotto il regime comunista. Oltre due milioni di persone furono detenute nei campi di rieducazione, dove centinaia di migliaia morirono di fame, stanchezza, torture o furono sommariamente giustiziate. Altri due milioni tentarono di sfuggire al regime comunista per cercare la libertà via mare su imbarcazioni improvvisate: i Boat People. Secondo le Nazioni Unite, almeno un milione perse la vita in questo tragico esodo. A Parigi, Vo Van Ai lanciò una campagna con il sostegno di intellettuali francesi per noleggiare una nave di salvataggio, l’Ile de Lumiere, per soccorrere coloro che attraversavano i pericoli dei mari della Cina meridionale. Migliaia di vietnamiti furono così salvati.

Da allora, con il Comitato per i diritti umani del Vietnam, in cui anch’io sono pienamente attiva, abbiamo condotto instancabili campagne internazionali per denunciare le violazioni dei diritti umani in Vietnam e sollecitare pressioni internazionali per il rilascio dei prigionieri politici e per le riforme democratiche. Nel corso degli anni, i parlamentari europei del Partito Radicale, tra cui Marco Pannella, Marco Cappato, Olivier Dupuis e altri, sono stati sempre pronti a sostenere le nostre azioni.

Per me, Vo Van Ai non è stato solo il presidente del nostro movimento, ma anche il mio mentore, la mia ispirazione e, infine, il mio partner nella vita. Mi sento persa senza di lui. Le parole di una poesia di W. H. Auden esprimono al meglio i miei sentimenti:

Era il mio nord, il mio sud, il mio est e il mio ovest,
La mia settimana lavorativa e il mio riposo domenicale,
Il mio mezzogiorno, la mia mezzanotte, i miei discorsi, la mia canzone;
Pensavo che l’amore sarebbe durato per sempre: mi sbagliavo.

Le stelle non le voglio ora: spegnetele tutte;
Imballate la luna e smantellate il sole;
Svuotate l’oceano e spazzate via il bosco;
Ormai non potrà più esserci nulla di buono.

Ma la lotta continua. Il Vietnam è ancora sotto una dittatura comunista. Centinaia di giovani attivisti vengono incarcerati a causa delle loro opinioni o convinzioni e vengono negate tutte le libertà fondamentali. Il nostro Comitato continuerà la lotta. Mi auguro che andremo avanti insieme per realizzare il sogno di Vo Van Ai, quello di costruire la libertà e la democrazia per il Vietnam.

Penelope Faulkner