Esito della Convention del Partito Radicale

Esito della Convention del Partito Radicale

Tre giorni di dibattiti e approfondimenti, venti nazionalità e quaranta nuovi iscritti al Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito. E’ questo l’esito della Convention radicale organizzata dal 27 al 29 ottobre 2017 a Roma nello storico salone di Via di Torre Argentina 76, rinnovato per l’occasione con l’affissione di un nuovo fondale che ricopre l’intera parete della presidenza in onore della storia e delle lotte di Marco Pannella. Il leader radicale è ritratto in alcuni momenti chiave: ad un comizio, durante uno sciopero della sete, indossando l’uniforme dell’esercito croato e abbracciato all’amico di sempre il Dalai Lama.

La discussione si è aperta con gli interventi del vice direttore dell’Ansa Stefano Polli, l’ex Ministro degli Esteri Amb. Giulio Terzi di Sant’Agata, il Presidente della Commissione Affari Esteri della Camera Fabrizio Cicchitto e l’ex presidente del principale partito di opposizione cambogiana Sam Rainsy. L’accento è stato posto sull’urgenza di operare per una transizione globale verso lo stato di diritto attraverso il rispetto universale dei diritti umani e il riconoscimento del diritto umano ala conoscenza da parte delle Nazioni Unite.

La partecipazione alla sessione di apertura del leader cambogiano ha assunto un valore particolare per due fondamentali ragioni. La prima è l’interlocuzione diretta con il Presidente Cicchitto, il quale ha potuto prendere consapevolezza della questione di stato di diritto sollevata dal leader cambogiano per le implicazioni relative al pericoloso ruolo e influenza crescente che la Cina sta avendo nella regione asiatica e in tutto il mondo. La seconda è l’azione messa in campo dai dirigenti e sostenitori cambogiani del Cambodia National Rescue Party (CNRP) per salvare il Partito Radicale. La volontà dei nuovi iscritti cambogiani di fare del Partito Radicale uno strumento di lotta è testimoniata dalla presenza di Mu Sochua, vice presidente del CNRP costretta a fuggire dal suo paese in tutta fretta il 3 ottobre 2017 per evitare un imminente arresto politicamente motivato. Altrettanto significativo è stato lo svolgimento di una riunione di membri cambogiani nella sede del Partito Radicale nel pomeriggio del 28 ottobre.

Oltre agli amici cambogiani, sono intervenuti esponenti e attivisti politici provenienti da paesi come Etiopia, Iran, Tunisia, Marocco, Algeria, Mozambico, Cina, Stati Uniti, Regno Unito, Francia, ecc e i rappresentanti di minoranze e popoli non rappresentati, che animano l’organizzazione UNPO che da anni collabora con il Partito Radicale.

“Dobbiamo andare avanti, come dice il Dalai Lama, sulla via dello Stato di Diritto e delle libertà individuali. Questo è il vero significato di questi tre giorni d’incontri”. Con queste parole l’Ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata ha aperto la Convention per salvare con la nonviolenza le lotte per l’universalità dei diritti umani, per il diritto alla conoscenza, per gli Stati Uniti d’Europa, per combattere lo sterminio per fame, sete, guerra e povertà nel mondo. Proprio grazie a questa sua vocazione transnazionale e transpartitica e grazie al suo patrimonio di valori imperniati sulla dignità dell’uomo e sulla libertà, un grandissimo insostituibile contributo alla lotta per consolidare ed espandere la dimensione della legalità, della giustizia e della responsabilità.” ha spiegato Terzi.

Veniamo tutti da diversi luoghi e paesi, ma siamo uniti dalla stessa risolutezza di voler difendere i nostri principi. Una comunità è tenuta insieme dai suoi valori afferma Sam Rainsy. Questo è stato lo spirito che ha guidato le tre giornate volte al dialogo, e alla creazione di un’azione comune. A Rainsy la deputata Saumura Tioulong, che di Rainsy è la moglie: “La Cambogia non interessa nessuno. Siamo un piccolo paese senza alcun ruolo geopolitico. Per fortuna abbiamo avuto Marco Pannella e il Partito Radicale. Non ricorderò tutto quello che abbiamo fatto con lui a partire dal 2002 perché è stato già ricordato. Quello che mi importa sono i problemi relativi a troppo diritto alla conoscenza”.

Come ha sottolineato anche Norman Baker, ex sottosegretario agli Affari interni del Regno Unito: “Oggi abbiamo esempi di paesi potenti ma inefficaci sullo Stato di Diritto e sul campo dei Diritti Umani (…) ma lo Stato di Diritto, anche quando esiste, è inefficace se non è accompagnato dal diritto alla conoscenza“, a cui ha fatto eco il senatore francese di République En Marche André Gattolin che ha detto: “Andiamo verso una società in cui la conoscenza avrà forme sempre più diffuse ma sempre più degradate e volgari, sarà istantanea, senza limiti, sarà talmente molteplice che il cervello umano non riuscirà ad assimilarla e soprattutto sarà planetaria ciascuno potrà sapere, avere elementi di quello che succede all’altro angolo del mondo, porrà problemi di presa di coscienza o rifiuto di presa di coscienza della disuguaglianza. Il Partito Radicale in questo senso è importante in quanto organizzazione non governativa transnazionale.”

“Un altro aspetto relativo alla diffusione del diritto alla conoscenza – afferma l’ex Segretario di Stato per l’Istruzione in Marocco Najima Thay Thay Rhozaliè legato alla povertà e alla mancanza di istruzione che definiamo analfabetismo. E’ inimmaginabile che qualcuno che non sa ne leggere ne scrivere possa esigere di essere informato, possa chiedere di partecipare ai programmi di sviluppo. Per quanto riguarda l’analfabetismo 757 milioni di adulti nel mondo non sanno né leggere né scrivere, di cui 493 milioni sono donne; 115 milioni sono giovani tra i 15 e 24 anni, di cui 76 milioni donne. Vale a dire che 2 analfabeti su 3 sono donne. Ritengo che si tratti di una situazione catastrofica, il diritto alla conoscenza, al sapere, all’informazione, che fanno parte dei diritti inalienabili dell’essere umano, costituiscono i fondamenti di una buona governance, necessaria anche allo sviluppo globale. Nei fatti la libertà di espressione e l’ottenimento delle informazioni sono indispensabili per lottare contro la povertà”.

Profondo e ricco di spunti di riflessione l’intervento dell’ex Primo Ministro dell’Algeria Sid Ahmed Ghozali, convinto dell’urgenza di un lavoro di promozione e affermazione dello stato di diritto che ha affermato di aderire “al 100% perché considero questo DNA, questa identità l’unica via per conquistare un mondo più felice, più giusto, un mondo pacifico, lo stato di diritto, la nonviolenza. Ecco perché ho preso la tessera e sono orgoglioso di essere militante del Partito Radicale.”

Hassan Abouyoub, Ambasciatore del Marocco in Italia, haanche affrontato il tema dell’immigrazione come problematica centrale in Europa, parlando di “un diritto naturale, quello alla mobilità, da secoli un diritto consacrato, spesso trattato sotto la minaccia e la pressione del populismo fino ad arrivare al suo non governo. Schengen non ha ridotto i flussi, ma ha creato meccanismi alternativi di contrapposizione di questi candidati alla libertà, i migranti, che hanno trovato soluzioni al di fuori della legalità, utilizzando metodi che non sono quelli dello Stato di Diritto (…). Nel 1950, la popolazione attiva europea era di circa 120 milioni, nel 2050 questa cifra andrà a salire a un miliardo e 220 milioni (…) dunque c’è un’Europa che tra 10-20 anni avrà difficoltà a gestire il suo spazio, il suo territorio quotidianamente”.

E ancora: “La storia dell’immigrazione da sempre ha creato diaspore, lo sbaglio è stato anche da parte nostra pensare che questi migranti sarebbero tornati nel nostro paese, e lì è nata un’altra realtà molto più complicata. Cioè, non abbiamo mai pensato che il calo demografico non era solo un privilegio dell’Europa. Oggi il tasso di fertilità in Marocco è uguale a quello italiano, questo significa che nel Nord Africa, purtroppo, nei prossimi 25 anni la popolazione sarà invecchiata, con un tenore di vita 9 volte inferiore a quello dell’Europa, quindi una popolazione vecchia e povera, concentrata sulla sponda, l’80-85% della popolazione sarà infatti sul mare. Quando si prende in considerazione la situazione in Africa e nel Medio Oriente, la stragrande maggioranza di questi flussi migratori sono dovuti ad instabilità politica e insicurezza umana, cioè l’insicurezza all’interno di uno Stato che non è più uno Stato”.

Analizzando le ragioni di questa pericolosa instabilità, “la responsabilità dei paesi membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU con diritto di veto, sulla fame e sul flusso di profughi, è del 100%. (…) il diritto e lo Stato di Diritto sono l’alfa e l’omega di ogni iniziativa. (…) quello che mi piace dell’Europa è la la sua facoltà e capacità democraticamente, di trasferire sovranità ad un esecutivo europeo, questo è un atto di fiducia incredibile (…) c’è questo presupposto democratico per autorizzare un trasferimento legittimo, ma questo nella nostra regione non è ancora possibile perché lo Stato di Diritto non è garantito, manca la regola sacra dello Stato di Diritto”.

Un importante sentimento che è scaturito da questi tre giorni è stato dunque quello della volontà di unire le forze, quello di voler affrontare insieme la sfida dell’affermazione dello Stato di Diritto, attraverso lo strumento transnazionale e transpartito che è il Partito Radicale. Come sappiamo, tra gli obiettivi principali di quest’anno vi è il raggiungimento di 3000 iscritti entro il 31 dicembre 2017.

In conclusione, non possiamo non tornare a Sam Rainsy e al suo prezioso appello: “A volte i fratelli di una stessa famiglia che non condividono gli stessi valori sono lontani gli uni dagli altri, ma all’interno del Partito Radicale ci si sente come in una grande famiglia (…) Siamo una grande famiglia radicale che condivide gli stessi valori, gli stessi principi ed è questa la nostra felicità, il nostro orgoglio. (…) Vorrei cogliere quest’occasione per lanciare un appello ad iscriversi al Partito Radicale in modo da potenziare questa forza, questa organizzazione unica. Un partito transnazionale che trascende tutti i confini. La mia ambizione è far sì che il Partito Radicale diventi un partito mondiale (…), ma dobbiamo organizzarci per avere questa forza che deve essere mondiale perché la nostra lotta è mondiale, quindi non possiamo contare solamente sugli italiani, l’organizzazione non può essere basata unicamente a Roma, bisogna che il prossimo Congresso si tenga in altri paesi dove ci sono persone che condividono gli stessi valori , in modo che il Partito Radicale possa diffondersi. Io conto non sui tremila iscritti, ma su trecentomila iscritti in un prossimo futuro”.

Matteo Angioli
Irene Guidarelli

Guarda i video della Convention sul sito di Radio Radicale

Prima giornata – 27 ottobre
Mattina
Pomeriggio

Seconda giornata – 28 ottobre
Mattina
Pomeriggio

Terza giornata – 29 ottobre
Mattina
Pomeriggio

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