Il diritto alla conoscenza in Israele

Il diritto alla conoscenza in Israele

Il 28 febbraio 2017, Joseph Shapira, lo State Comptroller di Israele, figura eletta dalla Knesset per un mandato di sette anni non rinnovabile, con il ruolo di sorvegliare e controllare il ramo esecutivo del governo, ha pubblicato un rapporto critico dell’operazione “Protective Edge” con cui nel 2014 l’esercito israeliano attaccò Hamas nella Striscia di Gaza nella Striscia di Gaza a seguito di migliaia di lanci di razzi e di continue infiltrazioni terroristiche da Gaza nel territorio israeliano. Le conclusioni del rapporto sono attese per la prossima settimana.

Secondo la stampa israeliana, per il momento, dal documento si evince che l’attacco militare è stato caratterizzato da una scarsa preparazione sia militare che politica. Il Comptroller tira in causa il Premier Benjamin Netanyahu, nonché i massimi dirigenti del Mossad e dell’esercito. In particolare, il rapporto nota che i ministri componenti del Consiglio Nazionale di Sicurezza (CNS) non erano in possesso di tutte le informazioni necessarie per affrontare la crisi. Le forze aeree israeliane non avevano sufficiente conoscenza della rete sotterranea di Hamas a Gaza per poterla colpire efficacemente.

Secondo Yaïr Lapid, capo del partito Yesh Atid, nel 2014 membro del consiglio di sicurezza, il rapporto mostra oltre ogni dubbio come il Primo Ministro fosse a conoscenza della minaccia posta dai tunnel e che ciononostante abbia deciso di non informare il CNS e di celare la la verità ai cittadini. Netanyahu respinge ogni critica sottolineando che certe decisioni devono essere prese segretamente e difende il successo dell’operazione con la quale sono stati distrutti 32 tunnel, dei quali 14 conducevano in Israele. Ne resterebbero ancora 15, ragion per cui il Comptroller giudica un fallimento la missione.

Aldilà del merito della questione dobbiamo rilevare che, in tempi in cui si registrano una diffusa erosione dello Stato di Diritto e un indebolimento di principi democratici fondamentali, Israele continua ad essere uno spazio di diritto, un territorio fertile per la crescita e l’affermazione del diritto alla conoscenza, come dimostrato dal coraggioso e complesso dibattito sulla legalità e dal percorso di accertamento di cosa sia avvenuto ai massimi livello dello Stato.

Matteo Angioli

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