L’ingresso di Taiwan nell’OMS non è solo un dovere, è anche un diritto

L’ingresso di Taiwan nell’OMS non è solo un dovere, è anche un diritto

Dal 27 maggio al 1° giugno di quest’anno, si terrà – come sempre a Ginevra – la 77ma Assemblea Mondiale della Sanità: un incontro di fondamentale importanza in cui i membri partecipanti condivideranno informazioni e affronteranno i temi essenziali legati alla sanità internazionale per promuovere il benessere e la protezione dalle nuove sfide. L’AMS è un organismo cruciale per la salute pubblica globale, svolge un ruolo centrale e le sue decisioni hanno un impatto diretto sulla vita di miliardi di persone.

Purtroppo, la democratica Taiwan, Paese con una sua piena sovranità ed indipendenza, non può far parte di un organismo così importante quale l’OMS e, di conseguenza, nemmeno partecipare alle attività e ai lavori ad esso collegati, provocando un grave impatto sia sulla popolazione taiwanese che su quella internazionale. Le malattie e i virus, infatti, non conoscono confini e l’esperienza del COVID-19 dovrebbe averlo insegnato molto bene. Vivendo in un mondo interconnesso e globalizzato, tramite viaggi e trasporti, le malattie si diffondono rapidamente, per cui ottenere informazioni immediate per contenere i rischi e dare il proprio contributo alla comunità internazionale è un dovere e un diritto di tutti i popoli, compreso quello taiwanese.

Il comportamento dell’OMS è paradossale per gli obiettivi di cui si fa garante e per la finalità stessa della sua istituzione. Tra i principi alla base dell’Organizzazione c’è quello dell’equità, di non escludere né lasciare indietro nessuno, eppure da otto anni Taiwan viene trascurata per meri e

irragionevoli motivi politici. In tal modo però, l’OMS contribuisce ad indebolire la sicurezza dei 23,57 milioni di abitanti che vivono nel Paese. L’ingresso di Taiwan nell’Organizzazione e nell’AMS, come detto poc’anzi, non è solo un dovere morale cui il nostro Paese vuole adempiere attivamente, ma è anche un diritto per tutelare la sanità e il benessere del suo popolo.

Taiwan ha sempre dimostrato di impegnarsi, di voler condividere le informazioni in suo possesso e le sue conoscenze, di essere favorevolmente disposta a contribuire con i propri mezzi e capacità alla sicurezza sanitaria internazionale come dimostrato dall’assistenza fornita agli Stati maggiormente toccati dalla più recente pandemia. Nonostante ciò, rischia di essere estromessa anche dall’Accordo Globale sulle Pandemie.

Il Governo di Taiwan avanza la richiesta oltre che di essere incluso nell’OMS e nell’AMS come osservatore, anche di partecipare attivamente a diverse iniziative, tra cui il Global Influenza Surveillance and Response System (GISRS) e il Global Digital Health Certification Network (GDHCN). L’Isola ha inoltre chiesto di ottenere la certificazione di prequalificazione da parte delle Autorità inserite nell’elenco dell’OMS (WHO Listed Authority) e di designare un organismo nazionale di riferimento per le malattie non trasmissibili. Tuttavia, queste richieste non hanno ancora ricevuto risposta.

Vorrei comunque ringraziare i Paesi del G7 per l’ultima Dichiarazione redatta a supporto di Taiwan, da tempo l’Unione Europea esprime sostegno alla nostra richiesta di partecipare alle maggiori organizzazioni internazionali. Auspico che quest’anno gli altri Paesi democratici like-minded, come l’Italia, possano esprimere pubblicamente il loro appoggio nell’ambito internazionale. Questo sarebbe senz’altro molto utile e potrebbe segnare una svolta storica.

La sanità è una priorità di tutti. Affermo questo prima ancora che da Direttore Generale dell’Ufficio di Rappresentanza di Taipei a Milano, da cittadino e figlio del mondo. Non ci sono distinzioni tra popoli e un diritto fondamentale come quello alla tutela della salute non dovrebbe essere negato ad alcun Paese. Lasciamo che Taiwan possa partecipare all’OMS e all’AMS, e l’intera comunità internazionale ne trarrà benefici.

Riccardo Lin
Direttore Generale dell’Ufficio di Rappresentanza di Taipei a Milano